A pochi giorni dagli attacchi lanciati dai vescovi cattolici del Kenya al governo del presidente William Ruto per le disastrose politiche sociali e il dilagare delle violenze contro la popolazione, un’altra denuncia arriva dal rapporto pubblicato ieri dalla Commissione nazionale per i diritti umani del Kenya (KNCHR).
Il rapporto mette nero su bianco la sconcertante portata degli abusi compiuti negli ultimi diciotto mesi, ovvero da luglio 2023 ad oggi.
I numeri confermano quanto già denunciato da autorevoli organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch, oltre che dalla sezione kenyana della Commissione internazionale di giuristi (ICJ) e dalle organizzazioni della società civile, riguardo all’aumento delle violenze perpetrate dalle forze di sicurezza.
Il report della KNCHR riporta che tra giugno e luglio 2024, durante le proteste dei giovani della Generazione Z contro il governo e la legge finanziaria, si sono registrati 60 morti.
Dal 18 giugno ad oggi, la Commissione ha inoltre documentato 1.376 arresti arbitrari e 610 feriti durante le dimostrazioni, tra cui anche 24 giornalisti.
Durante questo periodo sono stati riscontrati anche 74 casi di sparizioni forzate, con 26 individui che risultano ancora dispersi.
Impressionante poi, il numero che riguarda i casi di femminicidio segnalati alla polizia negli ultimi tre mesi, che sono oltre 97, in media circa uno al giorno.
La KNCHR torna dunque a chiedere lo stop immediato di arresti illegali, rapimenti e sparizioni forzate, nonché una rapida azione penale nei confronti dei responsabili.
Il documento esprime anche critiche nei confronti della Public Benefits Authority (PBA). L’azienda statale responsabile della registrazione, del coordinamento e della regolamentazione delle organizzazioni no-profit che operano nel paese, avrebbe profilato 16 organizzazioni di pubblica utilità, accusate di aver finanziato le proteste di giugno.
Tra queste la Ford Foundation, contro cui Ruto aveva pubblicamente puntato il dito, salvo poi ringraziare invece il potente ente filantropico statunitense per il suo impegno nel “salvaguardare la nostra democrazia” dopo un incontro vis-à-vis con il presidente Darren Walker lo scorso settembre a New York.
Un atto “incostituzionale” visto come “un tentativo di intimidire e mettere a tacere le organizzazioni, riducendo così lo spazio civile”, si legge nel report della Commissione, che “mette in guardia contro l’interferenza con le operazioni legalmente garantite a tali organizzazioni”.
Più in generale, il rapporto esprime anche un duro atto di accusa nei confronti delle politiche governative, a partire dalla condanna dello sfratto degli ogiek e di altre comunità indigene dalle loro terre.
Politiche contestate ieri, alla vigilia del discorso di Ruto sullo stato della nazione, anche da una ventina di organizzazioni e coalizioni della società civile kenyana.
Riguardo al diritto alla salute, la KNCHR denuncia politiche che “minacciano l’accesso all’assistenza sanitaria per milioni di persone, in particolare per coloro che soffrono di malattie croniche e per le comunità emarginate”.
La commissione ha inoltre sollevato preoccupazioni sulla sicurezza alimentare, rilevando le controversie sugli organismi geneticamente modificati (OGM) e l’impatto dei fertilizzanti contraffatti.