Il Partito africano per l’indipendenza di Capo Verde (PAICV), principale formazione di opposizione all’attuale esecutivo dell’arcipelago, ha vinto le elezioni amministrative che si sono tenute nel passato fine settimana. Su 22 comuni, il PAICV ha trionfato in 15, lasciandone soltanto sette al partito di governo, il Movimento per la Democrazia (MPD). Il leader del partito che guida il paese, Rui Semedo, ha immediatamente ammesso la sconfitta, felicitandosi con i rivali storici del PAICV.
Democrazia solida
Non fa più notizia il fatto che le elezioni, a Capo Verde, siano un processo consolidato, che i risultati siano resi noti immediatamente, e che gli sconfitti riconoscano la vittoria agli avversari. Non a caso, Capo Verde è classificata da Freedom House come una democrazia “stabile”, totalizzando 92 punti su 100 della classifica globale, e con quattro punti su quattro in termini di libertà politiche. Negli ultimi anni questo piccolo arcipelago nell’Oceano Atlantico è sempre stato valutato fra le prime tre democrazia africane, insieme a Namibia, Sudafrica e Botswana.
Le elezioni municipali che si sono appena consumate hanno quindi ribadito la maturità della democrazia capoverdiana, ma hanno anche lanciato un ulteriore segnale di crisi all’attuale compagine governativa, guidata da un esecutivo monocolore del MpD, di centro-destra, avendo PAICV (centro-sinistra) e l’Unione Capoverdiana Indipendente e Democratica (UCID, centro-destra), quali partiti di opposizione con rappresentazione parlamentare.
Spaccatura politica
La crisi era iniziata a ottobre del 2021 con l’elezione alla presidenza della repubblica di uno dei leader storici del PAICV, l’ex primo ministro José Maria Neves. Appena sei mesi prima, l’MPD aveva riottenuto la maggioranza assoluta in parlamento e quindi la facoltà di esprimere il premier, come stabilito dall’ordinamento delle isole. Da quel momento, l’efficacia dell’azione di opposizione del PAICV è cresciuta, giovandosi sì della vittoria alle elezioni presidenziali, ma anche di dure critiche dirette principalmente contro una politica sanitaria della maggioranza ritenuta insufficiente e inefficiente, e contro politiche pubbliche non adeguate, che rifletterebbero un benessere sociale soltanto enunciato, ma non rispondente alla realtà.
La narrazione negativa fatta dal PAICV ha fatto breccia fra la popolazione capoverdiana: le elezioni amministrative appena realizzatesi hanno di fatto ribaltato la situazione nella gestione dei 22 comuni dell’arcipelago: se, infatti, nelle precedenti consultazioni l’MpD aveva trionfato in 14 municipi, adesso la proporzione si è invertita, col PAICV a vincere in 15 (fra cui la capitale Praia, con la rielezione di Francisco Carvalho e l’ottenimento della maggioranza assoluta in consiglio comunale), e i rivali di centro-destra in sette, solo una parte di quelli che già amministravano.
Come magra consolazione, per l’MPD, la tenuta di importanti circoli elettorali, come l’isola di São Vicente e Paul e Ribeira Grande (isola di Santo Antão). In ogni caso troppo poco, per un partito che, nel 2026, si riproporrà di guidare di nuovo l’intero paese per i prossimi cinque anni.