L’accoglienza è una questione da affrontare senza indugi, ma per analizzare i motivi delle migrazioni, comprenderle e soprattutto mettere in campo soluzioni inclusivi, il prossimo 3 luglio, a Roma, l’Unione internazionale delle Superiore generali (UISG) ha organizzato un vertice sul tema. È l’obiettivo del Sister-led dialogue on migration.
UISG, che riunisce più di 1.900 Superiore generali in 97 paesi, in rappresentanza di oltre 600mila suore nel mondo, ha cominciato il suo cammino internazionale che culminerà nel primo Forum di advocacy dell’Unione, in programma a ottobre 2023 a Roma. E ha voluto mettere il focus sul fenomeno migratorio.
«È uno dei più grandi temi del nostro tempo: migranti e rifugiati sono, spesso per tragiche situazioni di attualità, al centro dell’attenzione mondiale e delle discussioni politiche», ha dichiarato suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete internazionale migranti e rifugiati della Unione delle superiore generali.
«Come Uisg, crediamo che la comunità internazionale abbia la responsabilità di fornire assistenza a tutti i migranti e rifugiati, garantire il pieno rispetto dei loro diritti e facilitarne l’integrazione nei paesi ospitanti».
L’obiettivo del Sister-led dialogue è cercare di mettere a sistema le esperienze e le competenze di partner provenienti da una varietà di contesti differenti, dove le religiose sono presenti, «per capire dove e in che maniera investire le risorse per promuovere soluzioni inclusive a una delle questioni più urgenti del nostro tempo».
«Come ci ha ricordato papa Francesco in occasione della Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno scorso, l’accoglienza è una questione a cui bisogna far fronte, senza scuse o indugi. Ed è una tematica che va affrontata insieme, perché le sue conseguenze si ripercuotono su tutti», ha aggiunto suor Patricia Murray, segretaria esecutiva della UISG.
«Conosciamo bene lo sfruttamento, la discriminazione e i pericoli che molte rotte migratorie possono comportare, nonché le enormi sfide per garantire il rispetto dei diritti umani a livello globale. Anche in quest’ottica, noi suore ci impegniamo in prima linea per favorire conversazioni globali attorno ai bisogni delle comunità, mantenendo sempre uno sguardo attento per la salvaguardia di chi vive ai margini e nelle periferie sociali».