Lo racconta un nuovo report curato dall’organizzazione di advocacy Africa No Filter insieme alla società di consulenza Africa Practice. Il costo di un’informazione ancora impregnata di stereotipi, luoghi comuni e paternalismo occidentale è altissimo per il continente africano.
Nello specifico si parla di ben 4.2 miliardi di dollari l’anno persi solo dal punto di vista finanziario, senza contare quindi altri fattori, come ad esempio il turismo.
Questi dati sono il frutto di una lunga indagine partita da un’analisi su come i media internazionali raccontano (male) le elezioni in Africa. La copertura mediatica delle elezioni in Kenya, Egitto, Nigeria e Sudafrica è stata confrontata con quella di paesi di altre parti del mondo, come Malesia e Thailandia.
Nonostante condizioni di rischio politico simili, i paesi africani hanno registrato un numero maggiore di articoli con sentiment negativo e un’attenzione sproporzionata verso episodi di violenza.
Ad esempio, durante le elezioni in Kenya, il 16% degli articoli menzionava il termine “frode elettorale”, mentre solo il 2% degli articoli sulla Malesia, che pure aveva affrontato scandali di corruzione, utilizzava un linguaggio simile.
Non solo: nonostante negli ultimi decenni sia stato registrato un miglioramento sotto questo punto di vista, gli articoli tendono ancora a descrivere l’Africa come un’entità monolitica, trascurando la diversità dei contesti politici ed economici dei singoli stati.
Questa narrazione negativa ha un impatto diretto sull’immagine del continente. Esiste, ed è stata studiata, una correlazione tra il tono dei media e la percezione del rischio da parte degli investitori, la quale si riflette nei tassi di rendimento delle obbligazioni sovrane, che secondo uno studio del 2019 induce una variazione di circa il 10%.
Questo si traduce in costi di indebitamento maggiori per i paesi africani, anche quando le loro condizioni economiche sono simili a quelle di altri paesi non africani.
Assumendo che i dati raccolti per Kenya, Nigeria, Egitto e Sudafrica siano analoghi agli altri paesi del continente, lo studio stima che questi pregiudizi mediatici possano costare all’Africa fino a 4,2 miliardi di dollari all’anno in interessi aggiuntivi sui prestiti.
In un contesto globale dove l’accesso ai finanziamenti è sempre più competitivo, combattere gli stereotipi e migliorare la percezione del continente diventa non solo un imperativo culturale, ma una necessità economica. (AB)