Chi atterra oggi ad Addis Abeba, città capitale d’Etiopia, la seconda nazione dell’Africa col maggior numero di abitanti (125 milioni), rimane basito ripensando a come era la città due decine di anni or sono. Scomparse enormi baraccopoli distribuite ovunque sul collinoso territorio della capitale, resta ammirato dalle centinaia di eleganti edifici dalle fogge più varie, già abitati o in via di costruzione.

Ebbene della radicale trasformazione urbanistica di questa metropoli dà conto in modo egregio il libro a quattro mani di Corrado Diamantini e Domenico Patassini. Gli autori, che avevano gestito inizialmente l’Addis Abeba Master Plan Project Office, e nel 1993 avevano pubblicato il volume “Addis Abeba. Villaggio e capitale di un continente”, offrono ai lettori in quest’opera un aggiornamento relativo ai successivi sviluppi del progetto urbanistico della capitale. 

Citando gli autori stessi: «Nell’alternarsi di tre modelli di Stato: imperiale, socialista e federale, l’Etiopia, e la capitale Addis Abeba, hanno potuto beneficiare dall’intersecarsi di stili di vita tradizionali e moderni, così come dalla trasformazione infra-strutturale nell’equilibrio tra modalità abitative urbane e rurali».

Quest’opera è una sorta di documento storico, poiché racconta il percorso professionale degli autori, allora giovani urbanisti, fin da quando, negli anni ’80 del secolo scorso, ebbero modo di lavorare alla pianificazione urbana di Addis Abeba, una città che – come sede dell’Organizzazione dell’Unità Africana (oggi Unione Africana) – sarebbe diventata negli anni una delle più conosciute e sviluppate metropoli africane.