Boom demografico, arma a doppio taglio
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Enorme contributo dell’Africa subsahariana all’aumento previsto della popolazione mondiale entro il 2050
Boom demografico, arma a doppio taglio
16 Novembre 2022
Articolo di Redazione
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Lagos, Nigeria

Ieri, martedì 15 novembre, la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi di persone. Un numero enorme considerando che solo 70 anni fa, nel 1950, era pari a 2,5 miliardi di persone. Non solo. Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale continuerà a crescere e raggiungerà i 9,7 miliardi di persone nel 2050.

Secondo queste previsioni demografiche, l’aumento non sarà redistribuito equamente in tutto il mondo, ma saranno i paesi dell’Africa subsahariana a contribuire per oltre la metà. L’Onu ritiene, infatti, che la maggior parte degli aumenti si concentrerà solamente in 8 paesi. Di questi, 5 in Africa:

Repubblica democratica del Congo, Egitto, Etiopia, Nigeria, e Tanzania. Paesi che rivestono già una certa importanza dal punto di vista demografico. Non solo la Nigeria, paese ben noto come il “colosso demografico”, contando una popolazione di oltre 200 milioni di persone, ma anche l’Egitto, l’Etiopia e la Rd Congo, tutti paesi con una popolazione superiore ai 100 milioni di abitanti.

L’Africa subsahariana dovrebbe, dunque, raddoppiare entro il 2050, raggiungendo 2,1 miliardi di abitanti (oggi sono 1,17 miliardi).

Ma quali saranno le conseguenze per quest’area, i cui paesi stanno già vivendo uno sviluppo piuttosto difficile?

Tra il 2022 e il 2050 le popolazioni in 61 paesi diminuiranno dell’1% a causa dei bassi livelli di fertilità e degli elevati tassi di emigrazione. Gli elementi che giocheranno a favore, quindi, da una parte sarà la diminuzione dei figli a carico, dall’altra l’aumento di quel segmento di popolazione potenzialmente attiva (15-64 anni). Si potrebbe aprire per l’area subsahariana, dunque, quella finestra di opportunità del dividendo demografico per una rapida crescita dei redditi e un’altrettanta rapida diminuzione della povertà.

Ma il beneficio economico è tutt’altro che automatico. Servono le condizioni per la sua realizzazione; si necessita di politiche ad hoc. I governi subsahariani dovrebbero investire nel capitale umano (istruzione, formazione professionale, salute), nella creazione di posti di lavoro e nel buon governo.

Al contrario, la vasta schiera dei giovani prodotta dall’incremento demografico, non accedendo a sbocchi occupazionali e livelli di vita adeguati, potrebbe diventare un fattore endemico di destabilizzazione e insicurezza. Perché le disuguaglianze portano alla rivolta e la frustrazione conduce a cedere alle promesse miracolose di gruppi estremisti e terroristi. (R.B.)

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