Inizia oggi e si concluderà il 20 maggio, la Cop 15, la riunione biennale delle delegazioni dei 197 paesi firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione e agli effetti della siccità. Dall’incontro internazionale, che si svolgerà a Abidjan, in Costa d’Avorio, arriva un primo allarme: ogni anno, secondo i dati Onu, si perdono 12 milioni di terra. Una superficie equivalente a quella del Benin o del Belgio.
La Cop 15 rappresenta un incontro importante per stabilire i prossimi passi della lotta alla desertificazione, e al degrado del suolo. Abidjan rappresenterà la sede in cui i 197 paesi rappresentati da politici e scienziati, definiranno le misure urgenti e necessarie per affrontare le sfide che stanno cambiando non solo la terra e il clima ma anche la biodiversità del pianeta.
Un problema, questo dei cambiamenti climatici, che, secondo un recente studio pubblicato su International Migration Review, potrebbe creare, entro la fine del secolo, un aumento dei migranti del 200%, sempre se verranno rispettati gli Accordi di Parigi. Se invece le politiche sulla diminuzione delle emissioni non venissero applicate, l’aumento potrebbe arrivare fino al 500%.
Una conclusione, questa del report, che si basa su una ricerca che metta a confronto 16 modelli climatici che permettono di prevedere più scenari possibili da qui alla fine del secolo. Da qui le due previsioni, una più rosea che si basa su un’inversione di rotta da parte dei paesi più inquinanti, una più pessimistica, nel caso in cui l’andamento dei consumi e dell’utilizzo delle varie fonti energiche rimanga costante con conseguente continua emissione di gas serra.