Repubblica Centrafricana: primo paese in Africa ad adottare il bitcoin
Economia Rep. Centrafricana
Timori per riciclaggio di denaro e finanziamento di attività terroristiche
Repubblica Centrafricana: il primo paese in Africa ad adottare il bitcoin
28 Aprile 2022
Articolo di Redazione
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Imitazioni simboliche di bitcoin

La Repubblica Centrafricana è il secondo paese al mondo dopo El Salvador a dare corso legale alle criptomonete e ad adottarne una, in questo caso il bitcoin, come moneta ufficiale insieme all’attuale valuta ufficiale, il Franco Cfa.

Stando, infatti, a quanto reso noto dal presidente Faustin-Archange Touadéra, l’Assemblea Nazionale locale ha approvato «all’unanimità» il provvedimento che disciplina l’introduzione di criptovalute, monete digitali basate sulle crittografia la cui gestione è completamente decentralizzata e il cui funzionamento è garantito da tecnologia blockchain.

Il capo dello stato ha definito il provvedimento «storico» e ha aggiunto che l’adozione della misura «rappresenta un passo decisivo verso l’apertura a nuove opportunità per la Repubblica Centrafricana».

Il presidente ha affermato che metterà in campo «tutti gli sforzi necessari» per sostenere il processo di adozione delle criptomonete, pur senza fornire ulteriori informazioni a riguardo.

Anche rispetto ai tempi di entrata in vigore della legge i media locali non riportano particolari. Prima di essere votata la legge, stando a quanto riporta l’emittente locale Radio Ndeke Luka, è stata contestata da tre deputati della commissione finanze dell’Assemblea.

I parlamentari hanno inviato una lettera ai loro colleghi denunciando che il corso legale delle criptomonete potrebbe favorire riciclaggio di denaro e finanziamento ad attività terroristiche, compromettendo così le possibilità di Bangui di ricevere aiuti internazionali.

Il ministro delle poste e delle telecomunicazioni, Gourna Zacko, citato sempre dalla stessa emittente, ha commentato le diffidenze rispetto al provvedimento affermando che «avvocati ed esperti di finanza hanno garantito la legittimità della misura».

 

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