Quando a gennaio 2024 durante il vertice Italia-Africa la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha annunciato il Piano Mattei alla presenza di numerosi leader africani, la stampa italiana non ha mancato di enfatizzare l’evento. Ha mancato però di soffermarsi sui rilievi sollevati dagli ambienti africani secondo cui il Piano risponderebbe a vecchie logiche coloniali.
Ma soprattutto ha mancato di soffermarsi sufficientemente sulle parole del presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, quando ha detto che i paesi africani avrebbero voluto essere consultati prima che l’Italia svelasse le sue intenzioni. È proprio in questi fatti che risiede l’Africa “dalla mente nuova”. È un concetto cardine ed è quello che Pietro Veronese utilizza nella sua prefazione al libro di Enzo Nucci, Africa contesa.
Il giornalista, che da corrispondente Rai da Nairobi ha raccontato per anni un’Africa che mutava sotto i suoi occhi, in questo testo racconta e motiva tale cambiamento di cui tutti, dal politico a chi in quel continente fa affari al cittadino comune, dovremmo cominciare a conoscere le dinamiche. Noi italiani, soprattutto, che a quel continente siamo così vicini e a cui un rapporto più strategico e ragionato – che sia economico, politico, commerciale – farebbe comodo.
Se non altro perché è proprio l’Italia (lo vediamo con le migrazioni) a fare da ponte verso l’Europa. Sicuramente l’ultimo biennio ha dato concretamente la misura di un’Africa “dalla mente nuova”. E sono vicende internazionali ad averlo provato, come spiega l’autore. La prima è stata lo scoppio della guerra russo-ucraina, l’altra il conflitto tra Israele e Palestina.
Con il voto all’assemblea generale dell’Onu (marzo 2022 e febbraio 2023) per una risoluzione sul ritiro delle truppe russe sono emersi i nuovi allineamenti dell’Africa. Lo scriviamo al plurale perché proprio in quel caso è stato chiaro che l’Africa non è un blocco unico, non è disposta a seguire decisioni e politiche concertate altrove e ogni Stato è una storia a sé i cui leader prendono decisioni sulla base di convenienze certo, come fanno tutti, ma anche sulla base di quel nuovo ordine geopolitico formatosi negli ultimi decenni.
È lo stesso principio che ha spinto il Sudafrica a presentare denuncia (dicembre 2023) per genocidio contro Israele per quanto sta accadendo a Gaza, davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja. Cosa ha reso (sta rendendo) possibile l’affrancamento dell’Africa dall’Occidente? Quando Russia, Cina, ma anche Turchia e altri paesi hanno cominciato ad avere nel continente un ruolo più rilevante che gli USA o l’Europa? E come procede il “corteggiamento” dell’Africa che non vuole più appagare le necessità degli altri?
Domande che hanno risposte chiare, pur nella complessità di questo continente. Nucci, nel suo Africa contesa aiuta a trovarle raccontando con chiarezza le svolte e gli intrecci di questi anni in cui il continente ha abbandonato il ruolo di comparsa nella geopolitica mondiale.