In Africa si contano oltre 2mila lingue (africane) attive, circa un terzo degli idiomi parlati nel mondo. Con almeno 75 di queste parlate da oltre 1 milione di persone.
I progressi tecnologici, tra cui gli strumenti di traduzione basati sull’intelligenza artificiale, oltre a incentivare la celebrazione del patrimonio culturale, hanno permesso di sfruttare in vari modi il potere del linguaggio. Tuttavia, comprendere le caratteristiche uniche delle lingue più usate costituisce un elemento basilare per comprendere le diverse culture dell’Africa. Ecco una lista delle lingue più parlate nel continente.
Il kiswahili si parla principalmente nell’Africa centrale e orientale e ha collegamenti con centinaia di dialetti, poiché è predominante nella famiglia bantu delle lingue africane. Sono oltre 150 milioni gli africani che lo parlano. È tra le lingue ufficiali in Tanzania, Kenya e Uganda, ed è parlato in ampie zone della regione dei Grandi Laghi. L’Unione Africana lo ha adottato come lingua ufficiale di lavoro per il suo uso molto esteso e per la valenza culturale ed economica.
L’igbo è parlato principalmente in Nigeria. È una lingua tonale, quindi il significato delle parole dipende dalla tonalità applicata da chi parla. Comprende diversi dialetti decentralizzati che condividono l’enfasi sul significato dei nomi e l’uso massiccio di proverbi, metafore e parabole.
L’hausa, appartenente al gruppo linguistico afro-asiatico, è uno dei più antichi idiomi del mondo. Parlato dai milioni di appartenenti alla famiglia etnolinguistica afro-asiatica, facilita il settore del commercio e la comunicazione interpersonale in tutta l’Africa occidentale.
L’oromo è parlato in Etiopia e in parti del Kenya e della Somalia da decine di milioni di persone. Include una grande varietà di dialetti e di modalità diverse nel vocabolario. Fa parte del gruppo di lingue cuscitiche parlate da persone che condividono una cultura e una storia simili nell’Africa nordorientale.
Lo yoruba è parlato principalmente in Nigeria, Benin e Togo. Anche lo yoruba è un linguaggio tonale. L’ampio vocabolario è ricco di saluti, proverbi, metafore e narrazioni folcloristiche.
L’amarico è la lingua ufficiale dell’Etiopia. È la seconda lingua semitica più parlata al mondo dopo l’arabo. Derivato dall’antica lingua gheez, ha un alfabeto alquanto complesso composto di 33 caratteri chiamato fidel e la sua ricca storia letteraria risale al XIII secolo. Un aspetto distintivo della lingua è il “suono esplosivo o scoppiettante” prodotto quando chi parla pronuncia alcune consonanti.
Il fulfulde (fulani) è parlato in tutta l’Africa occidentale e centrale. Mentre la maggior parte delle lingue africane si trovano in un’area specifica, il fulfulde è parlato ampiamente, in diverse regioni. I ricercatori descrivono questo idioma dandogli un grande “valore linguistico”, per i pochi punti in comune che ha con le altre principali lingue dell’Africa occidentale.
Lo zulu è una lingua ufficiale in Sudafrica. Anche la lingua è basata sul tono, come igbo e yoruba. L’uso dei clic insieme alle consonanti è una delle caratteristiche più intriganti dell’idioma zulu. La sua tradizione orale comprende poesie, proverbi e resoconti storici.
Il mandinka ha oltre 12 milioni di persone che se ne servono in vari paesi dell’Africa occidentale: Guinea, Mali, Senegal, Gambia, Guinea-Bissau, Costa d’Avorio e Burkina Faso. La forte tradizione orale promossa da questa lingua fu ulteriormente rafforzata dai griot, famosi cantastorie, custodi dei resoconti storici e del tessuto culturale delle popolazioni.
La lingua shona è la più diffusa nello Zimbabwe. Anch’essa è una lingua fondata sulla tonalità. L’uso nello shona di toni alti per la comunicazione religiosa e toni bassi per il dialogo ordinario, lo distingue da altri idiomi. Gran parte del vasto vocabolario shona è legato alla vita di famiglia e alle strutture sociali.