L’Organizzazione mondiale della sanità prevede che entro il 2030 in Africa mancheranno circa 5,3 milioni di operatori sanitari. Lo ha dichiarato il 16 novembre il rappresentante ghaneano dell’Oms, dottor Francis Kasolo, all’apertura di un vertice regionale di tre giorni ad Accra, su investimenti e protezione degli operatori sanitari nel continente.
Il dato appare ancora più rilevante se si considera la costante crescita della popolazione che nell’Africa subsahariana si prevede supererà i 2 miliardi di abitanti entro il 2050.
L’Africa sopporta il 25% del carico di malattie del mondo, ma ha solo il 3% della forza lavoro mondiale per affrontare questo problema. L’Oms stima che la regione abbia 1,5 operatori sanitari (medici, infermieri e ostetriche) ogni 1.000 persone, molto al di sotto della soglia di 4,45 operatori sanitari ogni 1000 persone, necessari per fornire servizi sanitari essenziali.
Solo in Ghana quest’anno 3.395 operatori sanitari sono emigrati nel Regno Unito, e altri 3.236 lo hanno fatto nel 2021. In Malawi 2mila infermiere hanno lasciato il paese quest’anno per lavorare in Arabia Saudita e negli Stati Uniti. Lo Zimbabwe nel 2021 ha perso 2.200 operatori sanitari, trasferiti negli Stati Uniti, in Australia e nel Regno Unito, che da solo ospita il 10% della forza lavoro degli ospedali pubblici zimbabweani. Altri 1.800 lo hanno fatto quest’anno.
La causa sono gli alti tassi di disoccupazione, le cattive condizioni di lavoro e le basse retribuzioni, dovuti agli scarsi investimenti dei governi nei sistemi sanitari.
Secondo Kasolo, l’elevata attrazione della forza lavoro sanitaria qualificata dall’Africa ai paesi “sviluppati” negli ultimi tempi, non solo minaccia la sicurezza sanitaria, ma anche lo sviluppo socio-economico del continente. Per questo ha invitato governi africani a dare priorità alla salute nei loro bilanci pubblici per aumentare gli investimenti nel personale sanitario.
Ampie prove suggeriscono che investire nella forza lavoro sanitaria possa accelerare la copertura sanitaria universale, rafforzare la sicurezza sanitaria, l’equità e l’emancipazione delle donne e dei giovani, ha detto ancora, aggiungendo che «il costo dell’inazione è insostenibile».