Secondo un report della Banca Mondiale (BM) il rapporto medio tra debito pubblico e Pil nei paesi dell’Africa subsahariana è raddoppiato in dieci anni, passando dal 29% nel 2012 al 57% nel 2022.
«I rischi di sovraindebitamento nella regione sono peggiorati dopo la pandemia di Covid-19», notano i suoi autori, sia a causa dell’ampliamento dei deficit di bilancio sia del rallentamento della crescita economica. La percentuale di paesi della regione ad alto rischio o già in situazione di difficoltà debitoria, che era del 27% nel 2015, ha raggiunto il 55% alla fine di giugno 2023.
A causa dell’aumento del debito e dell’aumento degli interessi tassi, il peso del debito dei paesi dell’Africa subsahariana, vale a dire le somme destinate al pagamento degli interessi, è aumentato di 50 miliardi di dollari tra il 2012 e il 2022, da 59 a 109 miliardi.
Maggiore vulnerabilità
«L’aumento del servizio del debito – che ha raggiunto il 31% delle entrate della regione nel 2022 – sta esaurendo le risorse necessarie per gli investimenti pubblici e i programmi sociali», sottolinea il rapporto.
L’aumento del debito pubblico nei paesi dell’Africa sub-sahariana è stato accompagnato anche da un cambiamento nella sua composizione. Con, da un lato, una diminuzione della quota dei prestiti cosiddetti “agevolati” – cioè concessi a tassi preferenziali nel quadro dell’aiuto pubblico allo sviluppo – e, dall’altro, un aumento dei prestiti bilaterali contratti da creditori privati. Secondo il rapporto della Bm, questa riconfigurazione costituisce una fonte di maggiore vulnerabilità finanziaria.