A lungo considerata una semplice zona di transito, l’Africa occidentale e centrale è diventata anche una regione ad alto consumo di droga. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), presentato il 27 giugno anche ad Abidjan (Costa d’Avorio).
Secondo lo studio, in questa regione «il 9,7% della popolazione dai 15 ai 64 anni ha utilizzato cannabis nel 2020 e il 2,4% gli oppioidi farmaceutici per scopi non medici». Percentuali superiori alla media mondiale (rispettivamente il 3,8% e l’1,2%).
L’organismo delle Nazioni Unite specifica che «il consumo di droga in Africa colpisce principalmente i giovani di età inferiore ai 35 anni». L’Unodc sottolinea poi che «le violazioni dello stato di diritto generato da conflitti e da tensioni politiche forniscono un ambiente favorevole alla produzione e al traffico di droga, generando reddito per i gruppi armati che, a loro volta, alimentano i conflitti».
Il report si sofferma sui gruppi armati saheliani che trafficano resina di cannabis, principalmente prodotta in Nordafrica per i mercati di consumo in Europa e Medioriente. Questo stesso traffico, a volte, dà luogo a scontri mortali tra i gruppi armati della regione.
Il rapporto stima che «mentre il 90% della cocaina sequestrata nel mondo segue le rotte marittime, sequestri significativi registrati dal 2021 in Niger (214 kg), Burkina Faso (115 kg) e Mali (33,9 kg) dimostrano che la rotta saheliana rimane una zona di transito importante.
Gli arresti in Africa occidentale, insieme ai sequestri record della droga nella regione, suggeriscono anche che il traffico al di fuori della zona di conflitto del Sahel potrebbe finanziare i gruppi armati che operano lì. Diverse persone sospettate di essere coinvolte in sequestri di cocaina nei paesi costieri dell’Africa occidentale, tra cui Guinea Bissau, Gambia e Costa d’Avorio, detenevano ad esempio passaporti di paesi del Sahel.
Incremento del consumo della cocaina
L’Unodc specifica che «tra il 2019 e il 2022 (…) almeno 57 tonnellate di cocaina sono state sequestrate in Africa occidentale o in rotta verso questa regione, principalmente a Capo Verde (16,6 tonnellate), Senegal (4,7 tonnellate), Benin (3,9 tonnellate), Costa d’Avorio (3,5 tonnellate), Gambia (3 tonnellate) e Guinea Bissau (2,7 tonnellate).
Per quanto riguarda i dati in generale, secondo il rapporto, nel 2020 circa 284 milioni di persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni hanno fatto uso di droghe in tutto il mondo, con un aumento del 26% rispetto al decennio precedente. Sono i giovani a farne un uso maggiore con livelli di consumo in molti paesi superiori a quelli della generazione precedente.
Preoccupa, in particolare, l’inarrestabile crescita del mercato della cocaina. Nel 2020 l’aumento è stato dell’11%, raggiungendo le 1.982 tonnellate di cocaina pura al 100%. Secondo l’Unodc non c’è mai stata così tanta cocaina come quella che circola in questi nostri anni e anche la pandemia non è riuscita a incrinare questo fiorente traffico internazionale.
Nel 2020 sono stati 234 mila gli ettari coltivati a coca nel mondo, il che equivale a oltre 328 mila campi di calcio regolamentari.
Con la produzione, sono aumentati anche i sequestri (del 4,5%) che nel 2020 hanno raggiunto 1.424 tonnellate (con una purezza incomparabile con quella della produzione).
A livello globale, il rapporto stima che 11,2 milioni di persone si iniettano droghe. Circa la metà di loro vive con l’epatite C, 1,4 milioni con l’HIV e 1,2 milioni con entrambi.
La cocaina, tuttavia, non è l’unica sostanza stupefacente ad aver conosciuto un incremento della produzione. Nel 2020 prodotte oltre 4,7 mila tonnellate di marijuana e più di 2 mila tonnellate di hashish con un aumento del 15% per la prima e del 29% della seconda.