Più di 30 elezioni influenzate in tutto il mondo – ben due terzi di queste in Africa. Hacking, sabotaggi, diffusione massiccia e studiata di fake news e disinformazione: è quanto fatto da una società israeliana, soprannominata “Team Jorge” dai giornalisti che hanno indagato sotto copertura.
L’inchiesta è stata guidata da un consorzio di professionisti (Forbidden Stories) e coinvolge diverse testate, tra cui la britannica The Guardian e l’israeliana Haaretz. Al centro dello scandalo, un’azienda priva di esistenza legale e composta da ex membri dei servizi di sicurezza israeliani. Alla guida, un certo Tal Hanan. Lavorano su commissione di clienti, i cui nomi non sono stati rivelati.
Nelle intercettazioni, dichiarano di essere stati coinvolti in più di 30 campagne a livello presidenziale, 27 delle quali terminate con successo. A essere coinvolto è anche il Kenya, con l’elezione di William Ruto, avvenuta lo scorso settembre. È emerso dalle indagini che i telefoni di due suoi stretti collaboratori, Dennis Itumbi e Davis Chirchir, sarebbero finiti sotto il controllo delle ex-spie, che avrebbero violato i loro account di Telegram e Gmail. La volontà era di sabotare la vittoria di Ruto. A quanto pare, una delle poche operazioni della “Team Jorge” non riuscite.
Stando a quanto rivelato negli ultimi giorni, la società sarebbe ora coinvolta in un’altra elezione in Africa non meglio identificata, anche se va detto che già nel 2015 la “Team Jorge” era risultata coinvolta in un programma, fallito, per screditare la figura di Muhammadu Buhari durante le elezioni in Nigeria.
Queste operazioni rappresentano un enorme rischio per la democrazia, spesso già in condizioni di fragilità in diverse nazioni africane. Basti pensare allo scandalo di Cambridge Analytica, avvenuto nel 2018, quando questa azienda britannica, poi chiusa, era stata utilizzata per la creazione di un software in grado di orientare gli elettori verso specifiche personalità. Anche nelle elezioni del 2013 in Kenya. Tra i suoi clienti, figurava anche Donald Trump. La “Team Jorge” era coinvolta nell’operazione. (AB)