Anche ieri Macky Sall, presidente senegalese e attuale presidente dell’Unione africana, è tornato su un tema che gli sta molto a cuore: ampliare il G20 a una nuova presenza africana dopo il Sudafrica. Meglio se il seggio venga affidato all’Unione africana.
Lo ha ribadito in un’intervista televisiva nazionale trasmessa la sera del 29 agosto: il G20 deve concedere al continente un altro seggio, in modo che l’Africa possa far sentire meglio la sua voce nei dibattiti internazionali.
«Abbiamo un solo paese africano membro del G20: il Sudafrica», ha dichiarato. «L’Africa deve invece partecipare nel consesso dove si discutono i problemi del mondo».
Il presidente senegalese ha anche ricordato che «il continente africano è in lotta da più di 20 anni» per realizzare una riforma che gli permetta di avere due seggi permanenti anche nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, con diritto di veto.
Economicamente, l’Africa, ha sottolineato, vuole commerciare con tutti i suoi partner in un contesto in cui la globalizzazione sta accentuando le disuguaglianze.
Anche il 21 luglio scorso, in un articolo, pubblicato su Le Monde, Macky Sall aveva scritto che «l’inclusione dell’Unione africana nel G20 gioverebbe al mondo intero».
Multilateralismo, strada sicura
La storia dimostra – ha ricordato – che il multilateralismo è la strada più sicura per la stabilità globale e il progresso economico. «Le tragedie del secolo scorso e quelle attualmente in corso nel mondo riflettono i pericoli e l’inutilità di approcci frammentati e di politiche “win-lose”. Come capo di stato, ho visto il costo delle tensioni internazionali pagato dalla “gente comune” e i benefici di una collaborazione tra paesi».
G20, 80% del Pil mondiale
La struttura del G20 è stata concepita per essere ampia e rappresentativa, ma di dimensioni gestibili. Composto da 19 paesi più l’Unione europea, i membri del G20 rappresentano circa l’80% del Pil mondiale, il 75% del commercio internazionale e più del 60% della popolazione mondiale.
Poiché l’Ue ha 27 stati membri – Francia, Germania e Italia sono anche membri individuali del G20 – il forum dei paesi più industrializzati rappresenta effettivamente 43 nazioni, più di un quinto dei membri delle Nazioni Unite. Di tutti questi paesi, solo uno – il Sudafrica, appunto – è africano. L’Unione africana viene invitata occasionalmente.
Con l’Ua, il G20 rappresenterebbe l’80% della popolazione mondiale
«Il G20 può colmare questa lacuna ammettendo l’Ua come membro», è quindi la richiesta avanzata da Sall, spiegando che accogliendo «un solo presidente», ossia quello della Commissione Ua, «il G20 arriverebbe a rappresentare le opinioni di 54 membri aggiuntivi, la maggior parte dei paesi a basso reddito e l’80% della popolazione mondiale».
«L’inclusione dell’Ua – ha aggiunto – rafforzerebbe la governance economica globale e l’attuazione delle politiche approvate dal G20, con i paesi africani titolari delle decisioni del forum su questioni importanti. La coerenza e il coordinamento delle politiche in Africa sarebbero rafforzati».
«In generale – ha concluso – l’integrazione dell’Ua nel G20 è un’idea realizzabile, di cui è giunto il momento».
L’UA ha partecipato per la prima volta a questo forum nel 2010 e sette anni dopo, durante la presidenza tedesca del G20, è stato lanciato il G20 Compact with Africa (CWA). Il CWA è una misura volta ad approfondire l’impegno del G20 con specifici paesi africani, in quanto si riconosce appunto che il Sudafrica da solo non può rappresentare efficacemente un continente vasto e complesso come l’Africa.