Afrobrix: note afrodiscendenti - Nigrizia
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Da venerdì 6 a domenica 8 settembre, a Brescia, torna il festival pioniere dedicato all’afrodiscendenza. In programma musica afro-roots e urban, con lo sguardo puntato su multiculturalismo e interazione
Afrobrix: note afrodiscendenti
05 Settembre 2024
Articolo di Roberto Valussi
Tempo di lettura 4 minuti
La locandina del festival musicale di Afrobrix 2024

Segno di un’Italia che cambia, nell’ultimo lustro sono nati svariati festival centrati sull’afrodiscendenza. Senza pretesa di esaustività, possiamo citarne alcuni: il Neema Festival a Milano; l’Afrovision a Torino; Africae (l’evoluzione di Ma Che Estate, entrambi organizzati da Fondazione Nigrizia) e Afroveronesi Summer Festival a Verona; l’Amohabia in Trentino. Ognuno di essi ha le proprie specificità. Quello dell’Afrobrix Festival di Brescia, ha il merito di essere tra i più sfaccettati a livello artistico. E può anche vantarsi di essere stato il primo evento del genere in Italia.

Da domani 6 settembre fino a domenica 8, torna nello spazio del Centro Comboniani del capoluogo lombardo, per la sua 5° edizione. In programma: abbondanti dosi di musica, danza e sapori di vari paesi africani. 

Stili a confronto

Come di consueto, in scaletta ci sono artisti/e emergenti con proposte musicali molto variegate tra loro. Per convenzione, possiamo dividerle in due campi. Da un lato, gli stili cosiddetti urban, un’ampia etichetta in cui collocare tanto Rap, RnB e hip-hop, quanto i nuovi generi sfornati in Africa, come i sempre più ubiqui Afrobeats e Amapiano. Dall’altro la musica afro-roots, una categoria ancora più ampia, in cui includere ogni genere musicale che, o ripropone il patrimonio musicale tradizionale (ad esempio: quello della rumba congolese o dello mbalax senegalese) oppure lo contamina con altri stili (pensiamo ai mille volti dell’afro-jazz e dell’afro-elettronica). 

Tanta varietà tra cui muoversi. E scelte difficili da fare per Sidy Casse, di professione cantante e responsabile della direzione musicale di Afrobrix. «Di solito manteniamo un programma diviso a metà tra musica afro-roots e urban – spiega a Nigrizia – ma dato che le nuove generazioni di afrodiscendenti stanno entrando sempre di più nel mercato musicale urban, allora daremo un po’ più di spazio a quest’ultimi. E così nella serata di sabato, per la prima volta, la vetrina sarà tutta per loro. Mentre venerdì e domenica, mischieremo i generi come d’abitudine».

I concerti sera per sera

Venerdì la prima artista a salire sul palco sarà il rapper Big-Boa (modenese di origini ghanesi), seguito poi dalla cantante urban pop Samia (romana, nata da genitori somali e yemeniti) per finire con l’eclettico gruppo brasiliano-congolese del Trio Brazuka, che mischia samba, blues e jazz.

Sabato, nella serata all-urban, il palco ospiterà la prodigiosa voce soul di Thoé (cantante italiano di origini nigeriane), il rap di Em (artista senegalese, che vive in Italia da quando ha 9 anni ). Poi spazio all’afrobeat con Yusbwoi (di base a Napoli e arrivato dal Gambia 6 anni fa) e Epoque, (cantante di origini congolese, tra le principali portabandiere dell’afrobeats in Italia). 

Domenica si chiude in bellezza con altre due chicche. Prima i Bantukemistry (trio nato a Genova e composto da un musicista mozambicano e due italiani) con il loro groove afro-elettronico intinto di jazz. Infine il Moroccan’roll dei Jed Balak, un quartetto formato da un musicista marocchino e tre italiani che mischiano musica gnawa (un genere tipico del Marocco) con altri stili del mediterraneo.  

La danza si allarga

Un’altra novità di quest’anno è l’introduzione di un momento di danza per ogni sera. È il frutto del lavoro di un gruppo di ballerini che si riuniscono da fine 2023, ogni giovedì, al Centro Comboniani di Brescia. Per Aziz Sawadogo, co-curatore del festival, è uno sviluppo più che benvenuto. A Nigrizia sottolinea come «vediamo un ampliamento e un solidificarsi del nostro gruppo di lavoro». 

E di energie, anche fresche, ce ne vogliono per portare avanti il cartellone di eventi di Afrobrix a Brescia. Oltre il festival centrato sulla musica a settembre, ne organizza un altro a novembre dedicato ai corti cinematografici afro-europei. In più, da qui a fine anno curerà una mostra artistica ad ottobre e parteciperà alle attività del Festival della Pace il mese successivo. Molto lavoro da fare davanti. Tutto necessario «per compiere un atto di resistenza nel mondo migratorio e testimoniare la presenza di afrodiscendenti», conclude Sawadogo.

L’evento è organizzato dai Missionari Comboniani – Fondazione Nigrizia in collaborazione con Associazione Centro Migranti – Diocesi di Brescia, Collettivo UNO, Associazione Gli Altree, ADL a Zavidovici, K-Pax. E con la collaborazione del Comune di Brescia, con il sostegno di Fondazione Cariplo, ASM, Fondazione Comunità Bresciana e Associazione Centro Migranti.

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