Nel 2023, le importazioni statunitensi nell’ambito dell’AGOA (African Growth and Opportunity Act) hanno totalizzato 9,7 miliardi di dollari.
Lanciato nel maggio 2000, il programma AGOA consente ai paesi dell’Africa subsahariana, che ne hanno accesso, di esportare più di 1.700 prodotti negli Stati Uniti senza pagare dazi doganali. A questi prodotti se ne aggiungono altri 5mila che possono beneficiare dell’accesso al mercato americano a condizioni vantaggiose.
Il rapporto è intitolato Rapporto biennale 2024 sull’attuazione dell’African Growth and Opportunity Act, e specifica che tale importo è in calo del 5% rispetto al 2022 (10,2 miliardi di dollari).
Scadenza biennale
Il rapporto AGOA ha scadenza biennale in base al Trade Preferences Extension ACT (TPEA), che stabilisce che il presidente americano deve presentare un rapporto al Congresso sull’attuazione dell’African Growth and Opportunity Act.
Il rapporto 2024 non fornisce solo la descrizione dello stato del commercio e degli investimenti tra Stati Uniti e Africa subsahariana, ma anche i cambiamenti nell’idoneità dei paesi ai benefici AGOA, l’analisi della conformità dei paesi ai criteri di idoneità, una panoramica degli sforzi di integrazione regionale nell’Africa subsahariana e un riepilogo degli sforzi di rafforzamento delle capacità commerciali degli Stati Uniti.
Aggiornamenti sull’elenco
Ogni anno Washington aggiorna l’elenco dei paesi ammissibili basandosi soprattutto sul loro attaccamento all’economia di mercato, sul rispetto dello stato di diritto e sulle politiche di lotta alla povertà. Il sistema prende in considerazione anche i progressi democratici o il rallentamento dei paesi interessati.
Chi non ne beneficia
L’amministrazione Biden ha deciso di ripristinare, dall’inizio del 2024, i benefici del programma AGOA per la Mauritania. E, invece, di porre fine a questi benefici per quattro paesi: Gabon, Niger, Repubblica Centrafricana e Uganda.
Gli altri paesi esclusi dalla lista sono: Burundi, Camerun, Guinea equatoriale, Eritrea, Etiopia, Guinea, Mali, Seicelle, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Zimbabwe.
I primi paesi a trarne vantaggio
L’anno scorso Nigeria e Sudafrica sono state i maggiori beneficiari del regime di preferenze commerciali. A livello settoriale, il petrolio greggio continua a dominare le importazioni americane dalla regione, molto più del tessile, dell’abbigliamento e dei prodotti agricoli.
In particolare, sono stati importati circa 4,2 miliardi di dollari in petrolio greggio e 5,5 miliardi di dollari in altri prodotti, tra cui 1,1 miliardi di dollari in abbigliamento e oltre 900 milioni di dollari in prodotti agricoli.
Il rapporto evidenzia, appunto, che la Nigeria è stato il principale paese beneficiario dell’accordo. Le importazioni americane da questo paese produttore di greggio hanno raggiunto i 3,8 miliardi di dollari.
Il Sudafrica è il secondo paese esportatore verso gli Stati Uniti, sempre nell’ambito AGOA, con 3,6 miliardi di dollari. Il paese più industrializzato del continente fornisce una vasta gamma di prodotti alla principale potenza economica mondiale, tra cui veicoli passeggeri, yacht e catamarani, gioielli, prodotti chimici e agrumi.
Seguono Kenya (510 milioni di dollari), Ghana (340 milioni di dollari), Madagascar (339 milioni di dollari) e Angola (260 milioni di dollari).
Crisi Sudafrica-USA
Il Sudafrica, però, merita un approfondimento. In questi anni, infatti, Pretoria ha mantenuto un rapporto di odio/amore con Washington, perché mantiene amicizie ambigue con i nemici storici degli USA, dalla Russia, alla Cina all’Iran. E dopo lo scoppio della guerra a Gaza, il paese ha preso decisamente le parti dei gazawi, presentando a fine dicembre 2023, presso la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite, la causa contro Israele per violazione della Convenzione per la prevenzione e la punizione del genocidio.
Israele è da sempre alleato strategico degli USA.
Tensioni storiche
Le tensioni tra USA e Sudafrica avevano già avuto, tuttavia, un picco quando la Commissione per gli affari esteri della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti aveva approvato, all’inizio di quest’anno, il disegno di legge di revisione delle relazioni bilaterali USA-Sudafrica. La legge chiedeva al governo di rivedere in modo completo le sue relazioni con il paese dell’Africa meridionale.
In sostanza, l’animosità del Congresso nei confronti di Pretoria – soprattutto da parte dei repubblicani ma anche di alcuni democratici conservatori – era ispirata «alle azioni di politica estera dell’African national congress che hanno da tempo cessato di riflettere la posizione dichiarata di non allineamento, e ora favoriscono direttamente la Cina, la Federazione Russa, Hamas e Iran, minando così la sicurezza nazionale e gli interessi di politica estera degli Stati Uniti».
Scadenza
Il programma AGOA scade nel settembre 2025, diversi paesi africani stanno spingendo per una proroga anticipata di dieci anni senza modifiche, al fine di rassicurare imprese e nuovi investitori. Il rinnovo del regime delle preferenze commerciali è sostenuto anche da alcuni membri del Congresso americano, che temono che la revisione del programma ritarderà o farà fallire il suo rinnovo. Un gruppo bipartisan di senatori americani aveva già presentato lo scorso aprile alla Camera alta del congresso un disegno di legge per estendere il programma AGOA fino al 2041.