Parte oggi in Camerun un programma nazionale di vaccinazione contro la malaria che promette di proteggere dalla malattia decine di migliaia di bambini. Il paese africano è il primo al mondo a inserire l’immunizzazione contro il paludismo nel calendario delle vaccinazioni essenziali. Solo l’anno scorso la patologia ha provocato la morte di circa 580mila persone solo in Africa, per la stragrande maggioranza bambini di età inferiore ai cinque anni.
Il siero che verrà impiegato dal personale sanitario camerunese è il Mosquirix, nome commerciale del RTS,S/AS01, prodotto dalla multinazionale britannica GlaxoSmithKline. Si tratta del primo immunizzante a essere stato approvato e raccomandato per l’uso su larga scala contro la malaria dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), nell’ottobre 2021, dopo anni di lotta contro la diffusione della malattia. Ha un’efficacia stimata del 30% nel ridurre la morte e di oltre il 60% nel diminuire le possibilità che si sviluppi una forma grave della patologia.
La malaria è una malattia infettiva provocata da parassiti del genere Plasmodium trasmessi dalle zanzare anofele ed è endemica in diversi paesi della fascia tropicale. Il disturbo comporta sintomi come febbre, brividi, astenia e, nei casi più gravi, difficoltà respiratorie e convulsioni, e presenta un tasso di mortalità del 14%.
L’Africa più colpita
L’Africa è di gran lunga la regione dove la malattia è più diffusa. Stando al report annuale sulla malaria dell’OMS, nel 2022 sono stati registrati nel continente 233 milioni di casi e 580mila decessi, rispettivamente il 94 e il 95% del totale a livello mondiale, cioè 249 milioni di casi e 608mila morti. Il 78% delle persone che hanno perso la vita erano appunto bambini minori di cinque anni. Quattro paesi – in ordine Nigeria, Repubblica democratica del Congo, Uganda e Mozambico – concentrano da soli quasi la metà di tutte le morti che si verificano nel mondo.
Secondo il ministero della salute di Yaoundè, l’anno scorso in Camerun sono stati individuati più di 3,3 milioni di casi di paludismo, con circa 2.400 decessi. Il programma di vaccinazione che comincia oggi, nelle previsioni del governo, conta di salvare la vita a un numero di minori compreso fra i 40 e gli 80mila. Il siero verrà somministrato a tutti i bambini che avevano sei mesi di età al 31 dicembre scorso. A un primo ciclo ne seguiranno altri due, intervallati da quattro settimane di distanza l’uno dall’altro. Una quarta dose di richiamo è prevista dopo successivi 15 mesi.
La campagna si svolge in 42 distretti di tutte le dieci regioni del paese. Fra le aree coinvolte nell’iniziativa ci sono anche sei distretti delle regioni anglofone del Sud-Ovest e del Nord-Ovest, epicentro da otto anni di un conflitto a bassa intensità che vede confrontarsi l’esercito regolare e milizie separatiste. Nei combattimenti hanno perso la vita oltre 4mila persone.
Le esperienze pilota
Il programma di immunizzazione lanciato dal Camerun segue le iniziative pilota che si sono svolte a partire dal 2019 in Ghana, Kenya e Malawi. Nell’ambito di queste campagne sono stati vaccinati oltre 1,7 milioni di bambini ed è stata osservata una riduzione complessiva della mortalità da malaria del 13%. I sieri che verranno somministrati ai bambini camerunesi sono giunti nel paese a fine novembre con un unico carico da oltre 330mila dosi che GlaxoSmithKline ha donato tramite l’OMS, UNICEF e la Gavi Alliance, un’organizzazione internazionale di cooperazione composta da soggetti pubblici e privati.
Come evidenziato dal governo del presidente Paul Biya, alla guida del paese da oltre 40 anni, prima del lancio del programma di immunizzazione il personale del ministero della salute ha ricevuto anche una formazione specifica sulla lotta alla disinformazione. L’approdo dei sieri nel paesi infatti, aveva scatenato un’iniziale diffusione di notizie false o non verificate sui rischi della vaccinazione o sulla sua presunta inefficacia.
Buone e cattive notizie
La lotta contro la malaria non passa solo dai vaccini però, ma anche dall’accesso ad altri elementi di prevenzione, come le zanzariere, e da programmi che mirano all’eliminazione dell’animale vettore, ovvero le zanzare. Nel suo ultimo report l’OMS ha lanciato un allarme sull’incremento nella diffusione della malattia che si è osservato negli ultimi anni, soprattutto a causa delle conseguenze della pandemia di Covid-19, a cui va poi aggiunto l’impatto della crisi climatica. Secondo l’organizzazione delle Nazioni Unite, proseguendo di questo passo l’obiettivo di eradicare la malaria in 25 nuovi paesi entro il 2050 rimarrà «fuori dalla portata con ampio margine».
Ci sono però ulteriori note positive, oltre a quelle che vengono dal Camerun. A dicembre l’OMS ha prequalificato per l’utilizzo un altro vaccino, l’R21/Matrix-M, sviluppato dall’Università di Oxford britannica e realizzato dal Serum Institute of India, il più grande produttore di vaccini al mondo. Il siero ha costi più bassi e un’efficacia stimata maggiore del Mosquirix. Ma c’è anche di più. Pochi giorni fa Capo Verde è stato dichiarato libero dalla malaria dall’OMS. Si tratta del quarto paese africano dopo Maurizio, Marocco e Algeria a raggiungere questa traguardo.