Angola: cinque morti in proteste per il taglio ai sussidi al carburante
Angola Economia Politica e Società
La polizia spara sui manifestanti nella città di Huambo
Angola: cinque morti nelle proteste per il taglio dei sussidi al carburante
07 Giugno 2023
Articolo di Redazione
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In Angola cinque persone sono state uccise e altre otto ferite lunedì 5 giugno dalla polizia che tentava di reprimere violente proteste scoppiate nella città centrale di Huambo, circa 620 chilometri a sud-est di Luanda. In arresto sono finite 34 persone.

La polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di tassisti e altri manifestanti che protestavano contro l’aumento del prezzo della benzina dopo la decisione del governo di ridurre i sussidi per il carburante.

Le forze di sicurezza locali hanno poi dichiarato che “non è stato possibile evitare la morte di 5 cittadini e il ferimento di altri 8” in seguito “agli atti di violenza e allo scontro con le forze dell’ordine”.

Per la polizia, insomma, le morti non potevano essere evitate a causa della violenza dei manifestanti.

Nel condannare l’uso spropositato della forza, Human Rights Watch chiede alle autorità di spiegare perché sia stato permesso l’uso di proiettili veri contro una folla disarmata.

Le proteste sono iniziate la scorsa settimana a Luanda, dopo che il governo del paese – uno dei maggiori esportatori di petrolio dell’Africa subsahariana – ha annunciato tagli ai sussidi, cosa che dal 2 giugno ha portato al raddoppio del prezzo della benzina, passata da 160 kwanza (0,26 dollari), a 300 kwanza (0,48 dollari) al litro.

Il governo prevede di operare una graduale riduzione dei sussidi statali fino ad arrivare, entro il 2025, a una completa rimozione. Cosa che, se avvenisse oggi, farebbe lievitare il prezzo della benzina a 530 kwanza (0,86 dollari) al litro.

Le manifestazioni coinvolgono principalmente di tassisti e motociclisti ma sono anche cavalcate dal principale partito di opposizione, l’Unione nazionale per la totale indipendenza dell’Angola (UNITA).

Il taglio dei sussidi ai carburanti in Angola è seguito alla rimozione annunciata in Nigeria – altro grande produttore di greggio – dal nuovo presidente Bola Tinubu. Una decisione che ha provocato panico e proteste, e in seguito alla quale i prezzi dei carburanti sono quasi triplicati.

Tensione alta su questi temi anche in Kenya, dove ieri la polizia ha disperso con i lacrimogeni un centinaio di manifestanti che marciavano verso il parlamento per contestare un disegno di legge finanziaria, in discussione questa settimana, che aumenterebbe le tasse su carburante, cibo e alloggi. 11 gli arresti.

Amnesty International chiede ai governi di non inasprire con misure volte a risanare le casse statali, la già difficile situazione della popolazione, schiacciata sempre più nella morsa dell’inflazione, della disoccupazione e dell’aumento del costo della vita.

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