Il 29 ottobre 1996 a Bukavu sulla piazza della cattedrale (oggi a lui dedicata) veniva ucciso il vescovo della città, mons. Chrostophe Munzihirwa Menengabo. Alla figura del grande arcivescovo gesuita, e in occasione del 25° del suo assassinio, il vescovo di Uvira (Sud Kivu) dedica questo lavoro frutto di un suo intervento al Simposio per ricordare Munzihirwa ‒ organizzato a Kinshasa, a fine ottobre 2021, dalla Provincia dell’Africa centrale dei gesuiti in collaborazione con l’arcidiocesi di Bukavu ‒ e di altre “omelie” da lui tenute in contesti diversi.
Scopriamo così quanto l’autore sia segnato dalla testimonianza di vita di quel cristiano, prete e vescovo che è stato Munzihirwa. Perché uccidere un uomo così mite? Perché dava fastidio il suo essere dalla parte della pace mentre gli aggressori erano venuti a fare la guerra; imbarazzante, perché raccomandava la riconciliazione tra hutu e tutsi in Rwanda, mentre gli aggressori, in maggioranza tutsi dal Rwanda, facevano la guerra per vendicarsi degli hutu; scomodo, perché esortava i congolesi a difendere con forza la loro terra.
Altro non faceva che dire la pura verità. Scopo dichiarato dall’autore: perpetuare il ricordo di Munzihirwa offrendolo come esempio ai giovani che mancano di punti di riferimento e quindi di modelli. Ecco il perché del formato del libro, quasi un documento pedagogico. Quello di Munzihirwa non è certo stato un sacrificio per niente.