Botswana: il parlamento respinge le modifiche costituzionali
Botswana Politica e Società
L’opposizione boicotta il voto. Disperso con violenza il sit-in di protesta della società civile
Botswana: più poteri al presidente. Il parlamento respinge le modifiche costituzionali
La votazione è stata l’ultima prima dello scioglimento dell’Assemblea nazionale in vista delle elezioni generali del 30 ottobre
06 Settembre 2024
Articolo di Redazione
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Proteste fuori dall'Assemblea nazionale a Gaborone, il 4 settembre 2024 (Credit: video screenshot)

Segnali di logoramento dei diritti civili arrivano dal Botswana, considerata una delle democrazie multipartitiche più stabili e longeve dell’Africa australe.

Lo scorso 4 settembre nella capitale Gaborone la polizia ha disperso con violenza un gruppo di manifestanti radunati pacificamente davanti alla sede dell’Assemblea nazionale in segno di protesta contro la votazione di modifiche costituzionali che concederebbero al presidente più ampi poteri.

«Molti dei nostri attivisti sono stati picchiati» e alcuni sono rimasti feriti, ha detto Morena Monganja, presidente dell’organizzazione non governativa Motheo O Mosha, che ha organizzato le proteste.

«Consideriamo questo evento di cittadini che cercano di esprimere il loro disappunto per una certa parte della legislazione e che vengono accolti con questo tipo di violenza come molto inaccettabile in una democrazia», ha aggiunto.

Il raduno coincideva con la votazione in parlamento delle modifiche, boicottata dall’opposizione. Un’astensione che non ha permesso ai membri del partito di governo, il Botswana Democratic Party (BDP), di raccogliere i voti sufficienti – due terzi dell’Assemblea – per l’approvazione.

«Oggi è stato un giorno memorabile in quanto il malvagio disegno di legge di modifica della Costituzione, che cercava di conferire al presidente enormi poteri per nominare il giudice capo della Corte suprema, il presidente della Corte d’appello e il segretario della IEC (la Commissione elettorale indipendente), è stato affossato», ha dichiarato il leader dell’opposizione, l’indipendente Dithapelo Keorapetse.

La votazione è stata l’ultima prima dello scioglimento dell’Assemblea nazionale in vista delle elezioni generali del 30 ottobre, dalle quali uscirà la nuova composizione del parlamento, organo a cui è affidato il compito di eleggere il capo dello stato.

Il BDP, partito che ha sempre mantenuto la maggioranza relativa fin dalle prime elezioni post-indipendenza nel 1969, ha dato il suo endorsment al presidente Mokgweetsi Masisi, che punta alla riconferma per un secondo mandato quinquennale.

La principale formazione che si contrappone al BDP è l’Umbrella for Democratic Change (UDC), coalizione di opposizione nata in vista delle elezioni del 2019 e guidata da Duma Boko.

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