Sintesi dell’assise nazionale conclusasi sabato 25 maggio: dopo quasi due anni al potere, il governo militare si auto-estende la durata di altri 5 anni; il presidente attuale, Ibrahim Traoré, passa dal grado di colonnello a capo dell’esercito; e in quanto capo di stato, potrà presentarsi alle prossime elezioni democratiche. Quest’ultime potranno avvenire anche prima di un quinquennio, se le condizioni di sicurezza del paese lo permetteranno.
L’assise doveva durare per tutto il week-end, ma è bastata una sola giornata per decidere su tutti i punti all’ordine del giorno.
Per il Ministro dell’amministrazione del territorio Émile Zerbo, i burkinabé si lanciano verso «un tornante decisivo» della loro storia e chiama allo slancio patriottico a sostegno del governo, nella lotta al terrorismo.
Di segno opposto, la reazione di alcuni membri della società civile. Ai microfoni dell’emittente francese Radio France International, Newton Ahmed Barry, giornalista e ex-Presidente della commissione elettorale del Burkina, ha dichiarato che «era evidente che non si trattava di discutere su un qualche argomento. Si voleva solo fare la prolungazione [del mandato, ndr]».