Laddove il terrorismo impedisce ai bambini di andare a scuola, interviene la tecnologia a tamponare la carenza d’istruzione. E lo fa con uno strumento che all’Occidente può forse apparire ormai obsoleto, ma che in Africa continua a dare prova di tutto il suo potenziale: la radio.
Stiamo parlando del Burkina Faso, che come altri paesi dell’Africa occidentale è duramente colpito dal terrorismo, al punto che a settembre risultava chiusa 1 scuola su 4, un aumento del 33% rispetto all’anno scorso. Significa che più di un milione di bambini non può tornare in classe.
Gli esiti di questa vera e propria emergenza educativa rischiano di essere devastanti e di riportare il tasso di alfabetizzazione ai minimi storici. Per questo, il ministero dell’istruzione nazionale, dell’alfabetizzazione e della promozione delle lingue nazionali (Menapln) sta lavorando congiuntamente con l’Unicef per fare fronte a questa situazione e riportare i bambini a scuola, almeno virtualmente. Tra i vari tentativi ed espedienti per rendere questo possibile, c’è l’istruzione via radio.
Notre Dame du Sael è il canale che si occupa di trasmettere le lezioni, tradotte nelle lingue principali parlate nel paese. Attualmente si contano circa 72 “classi” di matematica, lettura e scrittura attive. Per rendere possibile l’ascolto e raggiungere quanti più bambini possibili, il ministero, con il sostegno dell’Unicef, ha distribuito oltre 150mila kit di forniture scolastiche. Nei prossimi mesi inoltre verranno consegnati alle famiglie altri 2.670 apparecchi radio, insieme a un pannello solare e una chiavetta USB.
Si tratta di un progetto che l’Unicef aveva già collaudato durante il Covid e che sta portando avanti nelle zone colpite dai conflitti e dal terrorismo. In Burkina Faso si parla in particolare delle regioni del centro-nord e del centro-est.