Giro di valzer nelle stanza del potere in Burundi. Il parlamento, dominato dal partito del presidente Évariste Ndayishimiye – il Consiglio nazionale per la difesa della democrazia – Forze per la difesa della democrazia (Cndd-Fdd) – ha ratificato la nomina di un nuovo primo ministro.
Alain Guillaume Bunyoni è stato sostituito con Gervais Ndirakobuca, un alto grado della polizia considerato vicino al presidente. Ndayishimiye è al potere dal giugno del 2020 e rappresenta la continuità con il precedente capo di stato Pierre Nkurunziza che ha governato (male) il paese dal 2005.
Ad innescare il siluramento sono state le ripetute lamentele del presidente, che in più occasioni ha affermato di avere le mani legate e per questo di non essere in grado di introdurre le riforme di cui ha bisogno il paese dei Grandi Laghi.
Nei giorni scorsi, Ndayishimiye era tornato a denunciare «alti responsabili del governo» che avrebbero sabotato le sue riforme. E il presidente si era spinto fino ad affermare che questi alti responsabili avrebbero potuto progettare il colpo di stato.
Il realtà, come rilevano gli osservatori e anche esponenti dell’opposizione, il cambio al vertice del governo è il prodotto di lotte interne al sistema di potere che fa capo al Cndd-Fdd. Ed è risaputo che l’ex primo ministro Bunyoni difendeva con le unghie i con i denti i suoi interessi soprattutto economici nei settori minerario e petrolifero.
Anche Gervais Ndirakobuca non è un politico di primo pelo e anzi è sempre stato presente nell’establishment del Cndd-Fdd, fin dalla presa del potere nel 2005. Ora dovrà dedicarsi, almeno nelle intenzioni, a sanare l’economia che però è in mano ai suoi compagni di partito, i cacicchi del Cndd-Fdd.