«Nel 2023, prevediamo di rimpatriare almeno 70.000 burundesi dai paesi della Comunità dell’Africa orientale (Eac), in particolare da Tanzania, Uganda, Rd Congo e Rwanda», ha dichiarato il generale Isidore Ndihokubwayo, ispettore generale presso il ministero incaricato dei rimpatri, trasmesso il 1° dicembre dal quotidiano indipendente SOS-Médias/Burundi.
Non appena è entrato in carica nel giugno 2020, il nuovo capo di stato burundese, Evariste Ndayishimiye, ha fatto del rimpatrio dei rifugiati la sua priorità.
Le nuove autorità stanno lavorando, attraverso visite a vari campi profughi burundesi nella regione, per sensibilizzare i rifugiati al ritorno volontario nel loro paese.
Secondo Isidore Ndihokuubwayo, dal 2020 sono stati rimpatriati più di 119mila rifugiati burundesi.
«Dal giugno 2020 al novembre 2022, più di 119mila rifugiati burundesi sono tornati nel paese dai paesi vicini», ha affermato.
Secondo l’ultimo conteggio pubblicato sul sito web dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), al 31 ottobre 2022, il numero totale di rifugiati burundesi ancora in esilio era stimato a 256.700 persone.
Nella regione, la Tanzania è il principale paese di accoglienza dei rifugiati burundesi, con un numero totale di 126.205 persone. Seguono Rwanda (48.369), Repubblica democratica del Congo (41.836) e Uganda (40.290).
Gli altri profughi burundesi sono sparsi in vari paesi dell’Africa e altrove.
La maggior parte di questi rifugiati ha lasciato il proprio paese nel 2015, a seguito di una crisi politica e di sicurezza derivante dalla decisione dell’allora presidente, Pierre Nkurunziza, di candidarsi per un terzo mandato ritenuto illegale.