13 banche svelate - Nigrizia
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13 banche svelate
Da oggi attivo un "sito sentinella": www.banksecrets.eu
25 Giugno 2009
Campagna a cura di
Tempo di lettura 3 minuti

Da oggi attivo un “sito sentinella”: www.banksecrets.eu
Messi a nudo i collegamenti tra le maggiori banche del mondo, tra cui Intesa Sanpaolo e Unicredit, e imprese producono armi, danneggiano l’ambiente, sostengono regimi autoritari. L’iniziativa è della rete europea Banktrack, cui fa capo anche la Campagna per la riforma della banca mondiale.

Probabilmente continueranno a farlo, ma dovranno renderne conto all’opinione pubblica internazionale e, speriamo, anche ai loro correntisti.

Da oggi infatti c’è un sito – www.banksecrets.eu –  che rende pubblici gli investimenti fatti dalle 13 banche più grandi del mondo. Un sito che evidenzia i collegamenti tra queste banche e imprese note perché hanno sostenuto dittatori, causato danni ambientali irreversibili, prodotto armamenti messi al bando, come le munizioni a grappolo.

Le banche in questione sono Banco Santander, Barclays, BBVA, BNP Paribas, Citigroup, Credit Agricole, Deutsche Bank, ING, Intesa Sanpaolo, HSBC, RBS, Société générale e Unicredit. A gestire il nuovo “sito sentinella” è  il network europeo Banktrack composto da Campagna per la riforma delle Banca mondiale (Italia), Friends of the Earth (Francia), Netwerk Vlaanderen (Belgio), Platform (Regno Unito), SETEM (Spagna) e Urgewald (Germania).

Recenti ricerche di Banktrack hanno evidenziato che i 13 istituti di credito hanno investito un totale di 39,6 miliardi di euro in pratiche e compagnie a dir poco discutibili. Dal  2005 al 2009 hanno finanziato imprese come la Textron, che produce le letali munizioni a grappolo, o come la Petrochina e la Vedanta Resources, che detengono dei record nella distruzione dell’ambiente. Dei 39,6 miliardi di euro, 11,4 sono stati concessi sotto forma di prestiti e 10,5 di obbligazioni, mentre ammonta a 17,7 miliardi il totale delle azioni delle compagnie “a rischio” che le banche detengono.

«Investimenti così dannosi non possono più essere tollerati – sottolinea Andrea Baranes della Crbm. Pensiamo che le istituzioni finanziarie debbano tenere nella dovuta considerazione le norme ambientali e sociali allorché devono decidere su come impiegare il loro denaro». Aggiunge Mathias Bienstman del Netwerk Vlaanderen: «Gli investitori non devono attendere di essere dichiarati legalmente responsabili per violazioni dei diritti umani e danni ambientali. Devono evitare di registrare profitti a causa di queste attività così controverse. Le banche hanno un grande potere e di conseguenza possono contribuire a un cambiamento in positivo».

Dunque www.banksecrets.eu è uno strumento di cittadinanza attiva che, restando nel segmento delle banche, va ad aggiungersi a www.banchearmate.it , il sito della campagna – promossa dalle riviste Nigrizia, Missione Oggi, Mosaico di pace – che da dieci anni monitora i comportamenti degli istituti di credito in relazione al finanziamento del commercio delle armi.

 

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