Una nuova legislazione contro le violenze sui migranti
L’obiettivo della campagna Stop border violence, lo avevamo scritto a giugno, è quello di arrivare a un milione di firme. L’iniziativa europea, partita ufficialmente il 10 luglio scorso, è arrivata a quota 8.400 firme. Il suo termine ultimo è fissato al 10 luglio 2024.
La finalità è chiedere alla Commissione UE una nuova legislazione che preveda misure concrete per contrastare e prevenire violenze e torture contro migranti e rifugiati in Europa e alle frontiere.
Per raggiungere l’obiettivo è però indispensabile che ci sia non solo un milione di firme, ma che questo milione sia espressione di almeno sette paesi europei differenti.
Un obiettivo non facile per una campagna che non ha finanziamenti, né una organizzazione di riferimento, essendo portata avanti da tante persone attiviste che, da tutta Italia e anche in alcuni paesi EU, si sono messe in rete coordinandosi spontaneamente.
L’iniziativa rischia però di non arrivare a meta, se realtà come la Chiesa cattolica e altre confessioni religiose, il grande associazionismo, i sindacati, la politica e la scuola non ne supporteranno attivamente la diffusione e la promozione.
Da qui l’appello della Famiglia Comboniana che ha sostenuto la campagna Stop Border Violence fin dalla prima ora, facendosene promotrice.
«Non possiamo perdere l’occasione di portare alle istituzioni europee la voce degli impoveriti della terra che gridano inascoltati alle porte d’Europa», affermano dalla Famiglia Comboniana. Da qui l’appello sia alle e agli appartenenti alla congregazione, religiosi e laici, dei vari paesi in cui si è presenti, sia alle varie realtà europee.
La raccolta parte dall’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, in cui si afferma che nessuna persona «può essere sottoposta a tortura, né a trattamenti disumani e degradanti».
Un assunto violato quotidianamente lungo le frontiere di tutto il continente e non solo.
Da qui le richieste di rifiutare accordi con paesi terzi colpevoli di violazioni dei diritti umani; di creare meccanismi di monitoraggio indipendenti volti a rilevare e fermare gli abusi, tanto alle frontiere che nello spazio comune europeo; di definire standard minimi di accoglienza validi per tutti i paesi membri e per l’intero periodo di permanenza sui loro territori e soprattutto che vi siano reali e specifiche sanzioni in caso di violazione delle normative UE.
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Causale TITOLO DELLA CAMPAGNA
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