Il libro presenta l’epistolario (in latino e italiano) tra Etiopia e Santa Sede, dal 1177 al 1930. E l’autore è un missionario comboniano che ha vissuto e lavorato in ambito accademico per diversi anni in Etiopia. Si tratta di 76 lettere tra cui, particolarmente rilevanti, le confessiones fidei degli imperatori d’Etiopia, perché sono la rappresentazione più autorevole della fede di quel popolo che essi rappresentano e di cui si fanno interpreti presso i vescovi di Roma.
Il carteggio è preceduto da un’ampia monografia che contestualizza storicamente gli eventi, così da aiutare il lettore a non disperdersi nello sterminato campo delle fonti. «Invece di un lavoro per soli specialisti – scrive l’autore nelle Avvertenze – ho optato, senza nulla togliere alla fondatezza del mio lavoro, per un pubblico più vasto, affinché le vicende della storia dell’Etiopia cristiana raggiunga un maggior numero di lettori. E questo per sottolineare l’universalità del cristianesimo e rendere la lettura più attraente e scorrevole. Ho voluto creare una specie di attualità tra il passato e l’oggi, che i cristiani sono chiamati a vivere con la stessa tenacia dei cristiani di altri tempi, culture e nazionalità».
Il cristianesimo giunse in Etiopia verso la metà del IV secolo. L’opinione oggi prevalente tra gli studiosi parla del 335.