Nuovi dettagli sono emersi sul piano di creazione di una nuova unità antiterrorismo congiunta a livello della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas/Cedeao). I capi di stato maggiore degli eserciti dei paesi membri si sono riuniti lunedì 19 dicembre in Guinea Bissau.
Hanno messo sul piano due opzioni possibili.
La prima, più ambiziosa, consiste nel poter intervenire direttamente sul terreno con piena capacità militare. La forza armata avrebbe capacità dunque di condurre operazioni, sulla falsariga di quanto era solito fare la defunta operazione Barkhane in Mali.
La seconda opzione è molto meno invasiva; si limita a fornire appoggio logistico e consulenza strategica.
La Cedeao sta tentando di configurare una risposta militare contro il continuo estendersi della presenza terroristica di matrice islamica. Nel 2022, si sono moltiplicati gli attacchi jihadisti al di fuori dell’area saheliana, soprattutto nel nord del Togo e del Benin.
L’esercito comune dovrebbe inoltre poter intervenire in un altro ambito sensibile: quello contro i colpi di stato, per ristabilire l’ordine costituzionale.
Come hanno dichiarato gli stessi capi di stati maggiori al termine della riunione, entrambe le opzioni prevedono la collaborazione del paese oste. Cosa affatto non scontata.
Gli stati più toccati sia dal problema del terrorismo, che dalla questione del golpe sono Mali, Burkina Faso e Guinea. I tre paesi sono in rottura diplomatica più o meno aperta non solo con i paesi occidentali, ma anche con la stessa Cedeao.
Quest’ultima gli ha inflitto varie sanzioni – tra cui l’esclusione alla riunione di lunedì – in risposta ai colpi di stato che hanno portato al potere i loro attuali governi.
Nel comunicato finale della Cedeao, i capi di stato maggiore raccomandano che i tre paesi possano prendere parte alle prossime discussioni in materia di sicurezza.