Continuano i tentativi di riallineamento all’interno della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao), in cui si distinguono due blocchi principali. Da un lato, gli stati guidati dalle giunte militari golpiste dai tratti più o meno marcatamente anti-francese; è il caso di Mali, Burkina Faso e Guinea Conakry. Dall’altro, tutti gli stati rimanenti, che si trovano nella tradizionale orbita filo-occidentale.
Quest’ultimo fronte sta vivendo un (perlomeno apparente) rinnovato slancio, da quando la presidenza di turno è passata dal capo di stato del Guinea Bissau, Umaro Sissoco Embalo al suo omologo nigeriano, Bola Tinubu. Martedì 18 luglio, si sono incontrati con il Presidente del Benin, Patrice Talon, formando un trio che la stampa ama già chiamare la troika.
Due le decisioni annunciate alla stampa ieri, dal Ministro degli esteri del Benin, Olushegun Bakari. La prima è una visita di Talon nei tre stati del lato riottoso. Incontrerà i tre leader della transizione: Assimi Goita per il Mali, Ibrahim Traoré per il Burkina Faso e Mamadi Doumbouya. Il fine è il prevedibile e non meglio specificato « rinnovamento del dialogo a livello presidenziale», nelle parole di Bakari. Con l’intenzione dichiarata e costante di ottenere il rispetto del calendario per la restituzione del potere ad un governo civile.
Non ha specificato la data della visita, ma si è curato di specificare che i mediatori ufficiali della Cedeao mantengono ancora il loro ruolo. Si tratta di ex-capi di stato: Goodluck Jonathan (Nigeria), Boni Yani (Benin) e Mahamadou Issoufou (Niger).
La seconda decisione invece ha rilanciato sul piano di costruire una forza armata comune, Ecomog, per far fronte al problema sicurezza nella regione. A livello pratico, per ora si parla di comporre entro il fine settimana un comitato tecnico che poi definirà le risorse umane e finanziarie da destinare al progetto.