Il confine tra Arabia Saudita e Yemen è da molto tempo un importante punto di transito per le persone che tentano la traversata dal Corno d’Africa verso l’Arabia Saudita.
Molti rifugiati e migranti, purtroppo, sono costretti ad affidarsi a reti di trafficanti senza scrupoli che li aiutano a viaggiare lungo il percorso, lasciandoli spesso in mezzo al mare o sulle frontiere, vulnerabili alla violenza.
I migranti che riescono ad attraversare il Golfo di Aden e tentano di superare il confine yemenita-saudita provengono principalmente dall’Etiopia.
Molti di loro sono sistematicamente presi di mira e spesso uccisi da funzionari della sicurezza saudita che cercano di dissuadere le persone dall’attraversare il confine.
Un nuovo rapporto dell’organizzazione Mixed Migration Center (MMC), una rete internazionale che svolge ricerche e analisi sulla migrazione, mostra che la situazione appare sempre più critica.
«Gli abusi sessuali, compreso lo stupro, sono molto diffusi» ha dichiarato il suo responsabile, Bram Frouws. «Violenza fisica, tortura, detenzione arbitraria e rischio di morire colpiti da cecchini sono eventi all’ordine del giorno, con persone che muoiono sul confine settentrionale tra Arabia Saudita e Yemen».
Molti degli attacchi, che hanno provocato secondo dati ufficiali 430 morti e 650 feriti soltanto tra gennaio e aprile 2022, sono avvenuti sulla rotta tra al-Jawf e Sadah, nello Yemen, una regione controllata dagli houti, e altri avvengono nella provincia di Jizan, in Arabia Saudita.
Secondo i dati delle Nazioni Unite – dove in ottobre 2022 era stato presentato un rapporto dettagliato sulla violazione dei diritti umani contro i migranti – la maggioranza dei morti sono giovani uomini, e il 37% delle vittime sono donne e bambini.
E secondo Frouws, il numero di questi ultimi va aumentando anche perché la possibilità di interventi sanitari è del tutto inadeguata.
Il rapporto presentato alle Nazioni Unite affermava tra l’altro che i migranti sono costretti a finanziarsi il viaggio verso l’Arabia con lavoro forzato, traffico di droga e talvolta anche sfruttamento sessuale.
Il direttore del MMC ha sostenuto l’importanza di aprire sul fenomeno un’indagine formale e indipendente, ma fino ad oggi nessuno si è curato di avviare un’inchiesta sugli omicidi e gli abusi perpetrati.
Da sottolineare che anche l’organizzazione Human Rights Watch ha da lungo tempo chiesto ufficialmente che venga condotta questa indagine.
Dal canto suo, come presumibile, l’Arabia Saudita ha risposto alle accuse attraverso la sua missione permanente a Ginevra, smentendole e affermando di non aver trovato alcuna prova che dimostri violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti.