Liscio come l’olio il referendum del 30 luglio sulla nuova Costituzione della Repubblica Centrafricana, che consentirà a presidente Faustin-Archange Touadéra di presentarsi per un terzo mandato nel 2025.
Stando ai dati diffusi dalla Autorità nazionale delle elezioni, hanno votato a favore il 95,27% degli elettori e contro il 4,73%, mentre il tasso di partecipazione è al 61,10%.
Il referendum è stato boicottato dai principali partiti di opposizione e da numerose organizzazioni della società civile che lo definiscono una «fallimentare messinscena».
I risultati definitivi saranno proclamati dalla Corte costituzionale il 27 agosto, ma è del tutto improbabile che ci sia un pronunciamento che vada a scombinare i piani del presidente.
Eletto la prima volta nel 2016 e rieletto nel 2020 con un voto “opaco” e punteggiato di attacchi di gruppi ribelli, Touadera, 66 anni, ha modificato la legge fondamentale, cancellando il limite dei due mandati presidenziali consecutivi e portando la durata del mandato da 5 a 7 anni.
Si candida dunque alla presidenza a vita di un paese diviso e instabile, e potrà continuare a rinsaldare i rapporti con i mercenari della società russa Wagner, dei cui servigi ha iniziato ad avvalersi nel 2018.