La Costituzione non lo consente, ma Archange Touadéra, il presidente della Repubblica Centrafricana, si sente evidentemente sopra la Costituzione.
Per questa ragione, il 25 ottobre ha deposto il presidente della Corte costituzionale, il giudice Danièle Darlan, e ora ha nominato per decreto il giudice Jean Pierre Waboé, fino a ieri vice-presidente, a capo della giurisdizione suprema.
Touadéra, rieletto per un secondo mandato nel dicembre del 2020, con molte contestazioni, era infastidito dal fatto che la Corte costituzionale avesse invalidato non pochi decreti presidenziali (non ultimo quello che istituiva un comitato con l’incarico di redigere una nuova Costituzione) e progetti di legge del suo governo.
L’opposizione e una parte della società civile ritiene questa manovra del presidente «un colpo di stato istituzionale». E i giuristi lo considerano «incostituzionale» perché la Costituzione «stabilisce l’inamovibilità dei giudici della Corte suprema» e la loro indipendenza dall’esecutivo.
E a questo punto è difficile non pensare che l’obiettivo di Touadéra è cambiare la Costituzione, in particolare là dove dice che i mandati presidenziali consecutivi non possono essere più di due. Facendo saltare questo punto, può presentarsi per un terzo mandato nel 2025.
Nel frattempo il Centrafrica è alle prese, da 9 anni, con una guerra civile, legata a contrapposizioni etnico-politiche e di cui ancora non si vede la fine. Guerra che per aggirare i gruppi armati vede l’impiego, a fianco dell’esercito, di centinaia di mercenari della società privata russa Wagner.