Il responsabile dell’aeronautica del Ciad ha ordinato agli Stati Uniti di sospendere ogni attività nella base aerea francese di Adji Kossei, vicino alla capitale N’Djamena.
Lo riferisce il canale statunitense CNN, citando una lettera inviata il 4 aprile dal ministro delle forze armate del Ciad, il capo di stato maggiore dell’aeronautica militare Idriss Amine Ahmed.
Ahmed ha così informato l’addetto alla difesa statunitense riguardo alla decisione, asserendo che gli USA non hanno fornito documenti che giustifichino la loro presenza sul posto.
Né dal governo del Ciad né dal Pentagono si sono finora registrati commenti ufficiali alla lettera.
Un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha dichiarato tuttavia che “sono in corso trattative con i funzionari ciadiani sul futuro della nostra partnership per la sicurezza”. E che “poiché il Ciad è concentrato sulla preparazione delle elezioni presidenziali del 6 maggio, prevediamo consultazioni sui parametri della nostra cooperazione in materia di sicurezza dopo le elezioni”.
La lettera potrebbe essere dunque una tattica negoziale da parte del governo per ottenere un nuovo accordo più favorevole per la giunta militare.
Fino ad ora il Ciad non ha seguito la strada di altri paesi della fascia saheliana – Burkina Faso, Mali e Niger – che hanno deciso di porre fine alle collaborazioni militari con la Francia e altri tradizionali alleati occidentali, rafforzando invece i legami con la Russia.
Ma il 24 gennaio scorso, il presidente di transizione Mahamat Idriss Déby – salito al potere nel 2021 in seguito alla morte del padre, alla guida del Ciad dal 1990 – si è recato a Mosca per incontrare Vladimir Putin, annunciando di voler rafforzare la cooperazione tra i due paesi.
Gli Stati Uniti mantengono circa 100 militari in Ciad, concentrati su compiti di pianificazione per la regione delle operazioni anti-terrorismo.
Deby è candidato alle elezioni di inizio maggio. Il Ciad è il primo dei paesi governati dalle giunte militari dell’Africa occidentale e centrale a organizzare elezioni, anche se vari gruppi di opposizione contestano la credibilità della competizione, in particolare dopo l’uccisione, il 28 febbraio, del principale candidato dell’opposizione.
Fino ad ora, il paese dell’Africa centrale è stato un partner chiave per gli eserciti occidentali e regionali nella lotta congiunta contro la violenta insurrezione islamista nella vicina Africa occidentale.
La Francia, ex potenza coloniale e storico alleato di N’Djamena, mantiene nel paese un contingente di 1.000 soldati e vari aerei da guerra.