Dal 20 luglio nella città di Mangalmé, nel Ciad nord-orientale, e nei villaggi vicini, il Consiglio superiore per gli affari islamici della regione di Guéra, preoccupato di evitare i matrimoni tardivi, ha stabilito che chiunque rifiuti una proposta di matrimonio, deva pagare una multa.
La pratica, ispirata al Corano, nota come “amchilini”, prevede una serie di sanzioni che penalizzano in particolare le giovani donne, spesso spose bambine.
Il Consiglio ha stabilito che l’importo dell’ammenda in caso di rifiuto è compresa tra il corrispettivo di 23 e 39 dollari per le donne e 15 per gli uomini.
La Lega ciadiana per i diritti delle donne (Ltdf) ha reagito denunciando l’illegalità di tale pratica, applicata in violazione della legge nazionale che garantisce la libertà di consenso al matrimonio. “I leader consuetudinari e religiosi non devono abusare delle loro autorità”, ha scritto, lanciando su Twitter l’hashtag #StopAmchilini.
L’ong ciadiana è particolarmente preoccupata per le giovani donne, spesso minorenni, costrette a matrimoni forzati, pratica questa ancora prevalente nel paese. Nonostante una legge, approvata nel 2015, vieti i matrimoni precoci, il 60% delle donne di età compresa tra i 20 ei 24 anni si sono sposate quando erano ancora bambine, secondo i dati dell’istituto di statistica del Ciad.