Yaya Dillo, prima di essere ucciso il più pericoloso fra i contendenti del presidente ad interim del Ciad Mahamat Idriss Deby alle elezioni del prossimo maggio, potrebbe esser stato ucciso con un colpo sparato da distanza ravvicinata, in quella che potrebbe essere un’esecuzione extragiudiziale. È la conclusione a cui sono arrivati cinque esperti medici forensi che hanno esaminato una foto del cadavere.
La dichiarazione degli esperti contraddice quanto affermato dai funzionari ciadiani e si basa sulla posizione e sulla natura della ferita. Secondo quanto ricostruito e affermato dalle autorità di Ndjamena invece, Dillo, ucciso il 28 febbraio scorso, sarebbe rimasto vittima di uno scontro con le forze di sicurezza che intendevano arrestarlo nella sede del suo partito nella capitale. Abderahman Koulamallah, ministro delle Comunicazioni del Ciad, dopo l’uccisione di Dillo, aveva aggiunto che oltre al leader dell’opposizione erano rimasti uccisi altri quattro membri del personale di sicurezza e tre membri del suo Partito socialista senza frontiere (PSF).
«Dall’esame dell’immagine – ha dichiarato Derrick Pounder, patologo con sede nel Regno Unito che ha svolto consulenza per le Nazioni Unite e gruppi per i diritti umani – ritengo che si tratti di una ferita da arma da fuoco da contatto ravvicinato». Con lui hanno esaminato le prove fotografiche, convenendo con Pounder, Steve Naidoo, patologo forense indipendente originario del Sud Africa, e Rusudan Beriashvili, capo del dipartimento di medicina legale dell’Università medica statale di Tbilisi, in Georgia, uno dei principali istituti forensi europei.
I partiti d’opposizione avevano definito la morte di Dillo un vero assassinio, a causa della ferocia dell’assalto militare al quartier generale del suo partito. In un audio registrato il 28 febbraio, alcune ore prima di essere ucciso, e pubblicato in seguito su Facebook, Dillo aveva detto che gli uffici della sua formazione politica erano stati circondati dalle truppe della Rapid Intervention Force (Fir), una nuova unità speciale dell’esercito formata da Idriss Deby alcuni mesi fa, aggiungendo: «Vogliono ucciderci».
Ombre sulle urne
Gruppi per i diritti umani, tra cui Human Rights Watch (HRW) e l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), hanno chiesto un’indagine indipendente e hanno affermato che la morte di Dillo solleva preoccupazione in vista delle elezioni di maggio. I paesi occidentali, d’altro canto, guidati da Francia e Stati Uniti, ritenendo Deby un partner chiave per la loro presenza e per la sicurezza della regione, oltre che un contrappeso alla crescente influenza della Russia nel Sahel, sono rimasti in sostanza silenziosi di fronte alla morte del politico.
Da notare che, a differenza delle giunte del Mali, del Burkina Faso e del Niger, il Ciad ha permesso alla Francia di mantenere le sue truppe e i suoi aerei da guerra nel paese. Success Masra, primo ministro del Ciad da gennaio 2024 e in precedenza oppositore del governo che ha passato anche diversi mesi in esilio, aveva promesso il 4 marzo un’indagine seria sull’omicidio di Dillo, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli. Da parte del governo, infine, non si è registrata alcuna risposta alle richieste di commento sulla fotografia, sui risultati dei patologi, sulle circostanze della morte di Dillo e sullo stato di avanzamento delle indagini.