Ciad: si acuisce la crisi dei rifugiati dal Sudan - Nigrizia
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La Banca mondiale ha stanziato 340 milioni di dollari per l’accoglienza
Ciad: si acuisce la crisi dei rifugiati dal Sudan
13 Settembre 2023
Articolo di Redazione
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(Unhcr)
In fuga dal conflitto in Sudan

In Ciad continua la crisi dei rifugiati provenienti dal vicino Sudan, teatro da cinque mesi di un conflitto fra le forze armate regolari guidate dal presidente Abdelfattah al-Burhan e diverse milizie paramilitari, su tutte le Rapid Security Forces (Rsf) agli ordini del generale Mohamed Hamdan Dagalo “Hemeti”, vice presidente fino allo scorso maggio.

In questo contesto, la Banca mondiale ha annunciato una tranche di aiuti da 340 milioni di dollari per sostenere N’Djamena nella gestione dell’accoglienza. Mentre l’ong Azione contro la fame, attiva nelle regioni orientali del Ciad che stanno ospitando la stragrande maggioranza dei profughi, ha denunciato che a oggi è stato ricevuto solo il 34% della dei fondi richiesti per la finanziare la risposta umanitaria.
Stando ai dati riportati dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), dall’inizio delle ostilità in Sudan, scoppiate a metà aprile, in Ciad sono giunte oltre 418mila fra rifugiati sudanesi e migranti ciadiani che hanno deciso di ritornare a casa.

Secondo l’ Unhcr circa l’85% dei profughi sudanesi e il 93% delle persone ritornate in patria sono donne e bambini. Il 42% dei rifugiati giunti in Ciad, di cui oltre il 70% si è stabilito nella provincia orientale di Ouaddai, sarebbe già stato ricollocato in campi di accoglienza lontani dai punti di confine.

Ong denuncia

Anna Bjerde, direttrice generale per le operazioni della Banca mondiale, ha annunciato il pacchetto di sostegni economici da un campo profughi nel Ciad orientale durante una due giorni di visita congiunta con l’Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite, Filippo Grandi.

Secondo Bjerde, «la crisi dei rifugiati nell’est del paese sta aggiungendo ulteriore pressione alla fornitura di servizi sociali e alle risorse naturali. Collaborando con l’Unhcr e altri partner, restiamo impegnati ad aiutare le persone più bisognose e a sostenere la ripresa economica a lungo termine e la resilienza della regione».
Grandi, che a N’Djamena è stato ricevuto da diversi ministri del governo di transizione militare retto dal presidente Mahamat Déby Itno, si è augurato che «l’esempio della Banca Mondiale ispiri altri attori dello sviluppo a intensificare i loro interventi, poiché il Ciad non può essere lasciato solo ad affrontare questa grave crisi».
Il tema della mancanza di sostegno al paese africano, noto nella regione per la sua politica di accoglienza, è tornato anche nella denuncia di Azione contro la fame, che in un comunicato ha denunciato una crisi in «rapido deterioramento». In città come Adrè, in Ouaddai, ha riferito l’organizzazione, i servizi di base sono collassati a causa dell’arrivo di oltre 200mila persone, più del quadruplo della popolazione normale della località ciadiana.

Da qui l’appello: «Azione contro la fame invita i donatori a rispondere all’emergenza umanitaria nel Ciad orientale per rafforzare la risposta umanitaria e migliorare i settori del cibo, la salute, l’acqua, i servizi igienico-sanitari, l’igiene, la salute mentale, l’alloggio e la sicurezza alimentare per i rifugiati, i rimpatriati e le comunità ospitanti vulnerabili».
Il conflitto in corso in Sudan è scoppiato ad aprile dopo settimane di tensioni fra Al-Burhan e Hemeti, ex alleati e già figure militari di alto profilo durante il trentennale governo autoritario do Omar El-Bashir. Al potere dell’ex capo dello stato hanno messo fine nel 2019 una rivolta popolare e un intervento dell’esercito.

Al-Burhan, fin dall’agosto 2019 alla guida di un governo di transizione misto militare-civile, ha poi preso il potere in solitaria con un colpo di Stato nell’ottobre 2021. L’innescarsi del conflitto ha interrotto una fase di negoziati con alcuni partititi politici che avevano per obiettivo la creazione di un nuovo governo civile.
Stando a dati delle Nazioni Unite aggiornati ad agosto, da aprile almeno 4mila persone avrebbero perso la vita nelle ostilità.

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