Cittadinanza italiana: ridurre la residenza a 5 anni - Nigrizia
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Depositato in Cassazione un quesito sulle tempistiche ferme al 1992. Oggi le persone straniere attendono almeno un decennio
Cittadinanza italiana: ridurre la residenza a 5 anni
05 Settembre 2024
Articolo di Redazione
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Una sorta di “cartello” che mette insieme associazioni, come Italiani senza cittadinanza, Congi, Libera, Gruppo Abele, A buon diritto, partiti (+Europa, Possibile, Partito socialista e Radicali) e varie personalità: Mauro Palma (già Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale), Luigi Manconi, Ivan Novelli di Greenpeace.

È questo il gruppo promotore che ha presentato ieri in Cassazione una proposta di referendum sulle tempistiche del diritto alla cittadinanza italiana. Niente a che vedere con le varie mozioni sullo ius scholae di cui si dibatte in questa ripresa post estate.

Il quesito in questione intende accorciare le tempistiche previste dalla legge 91 del 1992 per chi risiede in Italia da straniero e vorrebbe ottenere la cittadinanza italiana. 

Ancora oggi la vecchia norma prevede che la cittadinanza possa essere riconosciuta alle persone di origine straniera in regola con il permesso di soggiorno e che risiedano in Italia da almeno un decennio.

La legge recita: “La cittadinanza italiana può essere concessa con decreto del presidente della Repubblica allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica”.

Il quesito referendario depositato punta a ridurre a 5 anni questo termine decennale di residenza certificata. Una tempistica che riequilibrerebbe l’Italia rispetto agli altri paesi europei.

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