Clima: contro il riscaldamento globale progressi insufficienti
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In vista della Cop27 l’Onu avverte: urgente un’accelerazione della “rivoluzione verde”
Clima: progressi insufficienti contro il riscaldamento globale
27 Ottobre 2022
Articolo di Redazione
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Gli attuali impegni climatici assunti dalle 193 parti firmatarie dell’accordo di Parigi potrebbero mettere il mondo sulla buona strada per un riscaldamento di circa 2,5 gradi entro la fine del secolo.

Lo denuncia un nuovo rapporto del segretariato delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) intitolato Contributi determinati a livello nazionale nell’ambito dell’accordo di Parigi, pubblicato in vista della Conferenza Onu sul cambiamento climatico (Cop27) che si svolgerà a Sharm el-Sheikh, in Egitto, dal 6 al 18 novembre.

Lo studio rileva che gli impegni attuali non sono ancora sufficienti per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi entro la fine del secolo, nonostante si sia registrata una diminuzione rispetto al 2010. Piccoli progressi che rischiano di essere vanificati dalla recente ripresa della corsa alle fonti di energia fossile, dalla reticenza di nazioni a grande impatto ambientale e dalla lentezza dell’implementazione della “green revolution”. Se si continuerà così, le emissioni di anidride carbonica (CO2) aumenteranno del 10,6% entro il 2030 e segneranno la fine dell’umanità, avverte l’Onu. 

«La tendenza al ribasso delle emissioni prevista entro il 2030 mostra che le nazioni hanno fatto qualche progresso quest’anno», ha affermato Simon Stiell, segretario esecutivo dell’Unfccc. Ma «il fatto che alla Cop26 siano stati presentati solo 24 piani climatici nuovi o aggiornati è deludente. Le decisioni e le azioni dei governi devono riflettere il livello di urgenza, la gravità delle minacce che stiamo affrontando e la brevità del tempo rimanente per evitare le devastanti conseguenze del cambiamento climatico incontrollato».

Ora, quindi, serve accelerare. «Ѐ necessaria una massiccia trasformazione che deve avvenire in tutti i settori della società per affrontare l’emergenza climatica», ha proseguito Stiell. «Per mantenere vivo questo obiettivo, i governi nazionali devono rafforzare ora i loro piani d’azione per il clima e implementarli nei prossimi otto anni». E ha invitato le nazioni a compiere progressi alla Cop27 in quattro aree prioritarie: mitigazione, adattamento, perdite e danni, e finanza.

«Il rapporto è una testimonianza del fatto che siamo fuori strada» ha commentato il ministro degli esteri egiziano e presidente designato della Cop27, Sameh Shoukry. «Siamo in corsa contro il tempo. Molti di coloro che dovrebbero fare di più, sono lontani dal fare abbastanza e le conseguenze di ciò stanno influenzando vite e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. (…) Questi risultati allarmanti meritano una risposta trasformativa alla Cop27».

Un secondo rapporto dell’Onu sui cambiamenti climatici sulle strategie di sviluppo a basse emissioni a lungo termine, anch’esso pubblicato il 26 ottobre, ha invece esaminato i piani dei paesi per passare a emissioni nette zero entro o intorno alla metà del secolo. Il rapporto indica che le emissioni di gas serra di questi paesi potrebbero essere inferiori di circa il 68% nel 2050 rispetto al 2019, se tutte le strategie a lungo termine fossero attuate pienamente in tempo.

 

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