I contadini del Sud globale producono un terzo del cibo ma sul clima ricevono briciole
Ambiente COP
Per un report promosso da associazioni di piccoli agricoltori di quattro continenti, questi hanno ricevuto solo l'0,3% dei finanziamenti per il clima
I contadini del Sud globale producono un terzo del cibo ma sul clima ricevono briciole
Ricevono pochissimi fondi ma producono il 32% del cibo consumato nel mondo e sono l'avanguardia nell'adattamento climatico, arrivando a spendere ogni anno fino al 40% del loro reddito in questo sforzo. Elementi utili in vista della COP28, dove la sicurezza alimentare avrà grande spazio
15 Novembre 2023
Articolo di Brando Ricci
Tempo di lettura 4 minuti
Agricoltrice nello stato di Kogi, Nigeria

I piccoli agricoltori producono circa un terzo del cibo consumato nel pianeta e sono ritenuti avanguardia nelle strategie di adattamento climatico. Nonostante questo però, sono i destinatari di solo l’0,3% del totale dei finanziamenti per il clima a livello mondiale, siano pubblici o privati. Dati rilevanti ovunque e ancora di più in Africa, dove fino all’80% della terra coltivata è lavorata da piccoli proprietari e dove l’agricoltura rappresenta circa un quarto del prodotto interno lordo.

La fotografia emerge da un report che una decina organizzazioni di piccoli agricoltori da quattro continenti, di cui cinque di base in Africa, hanno commissionato alla società di consulenza in temi ambientali Climate Focus, di base nei Paesi Bassi e con uffici in diversi paesi del mondo.

Sicurezza alimentare al centro della COP28

Il documento è stato pubblicato a due settimane dall’inizio della COP28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 in programma fra fine novembre e inizio dicembre negli Emirati Arabi Uniti. I temi della sicurezza alimentare e della sua sostenibilità saranno fra quelli centrali della Conferenza. Una giornata intera dei lavori verterà su questo.  Nel rapporto si chiarisce che con finanza per il clima si intende tutto l’insieme dei finanziamenti pubblici e privati che mirano a sostenere progetti per la mitigazione o l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Nel testo vengono analizzati dati che vanno dal 2000 al 2021 ma un particolare approfondimento è dedicato a quest’ultimo anno. Secondo Climate Focus, i piccoli agricoltori, quindi le comunità rurali o le aziende a gestione familiare che lavorano su campi estesi pochi ettari, hanno ricevuto solo l0 0,3% del totale dei finanziamenti pubblici e privati per il clima, circa due miliardi di dollari. Questa cifra è molto inferiore ai circa 170 miliardi di dollari di cui avrebbero bisogno i soli piccoli agricoltori dell’Africa subsahariana, secondo Climate Focus.

Inoltre, solo un quinto di tutto questa denaro, circa 1,6 miliardi di dollari, è stato impiegato per sovvenzionare progetti incentrati su pratiche più resilienti e sostenibili.  Un elemento che colpisce se si considera che, come calcola uno studio dell’Università statunitense di Cornell rilanciato nel report, la produttività agricola è già diminuita è del 21% a causa dei cambiamenti climatici determinati dall’attività umana. A questo si aggiunge il fatto che il solo comparto agricolo, secondo dati ONU, è responsabile dell’80% della deforestazione e del 29% delle emissioni mondiali di gas inquinanti.

Un altro problema che emerge dal report è relativo all’accessibilità ai fondi per le realtà più piccole, che spesso mancano delle informazioni o dei mezzi necessari per ottenere il denaro. Circa l’80% del totale dei finanziamenti viene ricevuto dai governi dei paesi destinatari o da ong con sede nei paesi donatori, rendendo complesso tutto il processo, secondo gli animator del report.

Eppure i piccoli agricoltori sono ritenuti l’avanguardia nelle strategie di adattamento climatico e sono fra i primi ad adottare approcci più sostenibili, come quelli che si basano sui principi dell’agroecologia.

Il costo dell’adattamento climatico

Lo sforzo dei contadini e delle comunità rurali di tutto il mondo è stato quantificato in settimana da un report elaborato dal think tank britannico International Institute for Environment and Development (IIED) e dalla Forest and Farm Facility (FFF), uno strumento di sostegno per le comunità rurali sviluppato dallo stesso IIED con la FAO e altri attori multilaterali.

Stando a quanto calcolato a partire da un’indagine condotta su 1.800 piccoli agricoltori in tre regioni in via di sviluppo, questi ultimi spenderebbero in totale circa 368 miliardi di dollari all’anno in opere necessarie per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, circa 900 dollari a testa ogni 12 mesi. Si tratta di una quota fra il 20 il 40% del loro reddito annuale medio.

Nel complesso, si evidenzia inoltre nel rapporto, la somma supera di gran lunga i 238 miliardi di dollari promessi alla COP27 dell’anno scorso nell’ambito del Fondo per l’adattamento.

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