Dalla mezzanotte del 12 dicembre nessuno può più entrare in Ghana se non dimostra di essere completamente vaccinato. Lo ha deciso il governo guidato da Nana Akufo-Addo. L’obiettivo è quello di frenare la diffusione del Covid-19 dovuta alla variante Omicron. E così le compagnie aeree dovranno verificare, prima dell’imbarco, che i passeggeri siano in possesso del green pass.
Una deroga è prevista solo per i ghaneani e per i residenti che hanno lasciato il paese prima che l’ordinanza fosse emessa e che rientreranno entro 14 giorni a partire dal 12 dicembre. Resteranno però in vigore, per tutti, le norme già decise da tempo: l’obbligo di presentare un test molecolare (PCR) fatto entro 72 dalla partenza e quello di sottoporsi a un ulteriore test, questa volta rapido, una volta sbarcati all’aeroporto di Accra e di registrarsi con il Ghana Health Declaration Form.
Il green pass accettato è quello che certifica che si è ricevuto uno dei vaccini autorizzati dalla Food and Drug Administration (Fda), vale a dire AstraZeneca, Sputnik V, Johnson & Johnson, Pfizer, Moderna. Chi però non ha ricevuto uno di questi vaccini ma uno di quelli recentemente inseriti in una lista di emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) potrà essere vaccinato all’arrivo.
Prevista una multa di 3.500 dollari a passeggero per le compagnie che lasceranno imbarcare non vaccinati. Stesso discorso se si fanno salire a bordo passeggeri privi del test PCR oppure che non abbiano dimostrato di aver pagato il test a cui sottoporsi all’arrivo. Anche i ghaneani che vogliono lasciare il paese devono dimostrare – con la card che viene rilasciata al momento della vaccinazione – di essere in regola con il numero di dosi previsto.
Il servizio sanitario (Ghana Health Service) ha reso noto che la nuova variante Omicron è stata rilevata proprio tra gli arrivi in aeroporto. Secondo gli ultimi dati, dei 34 casi accertati, il 75% riguardava persone non vaccinate. Inoltre, nelle scorse due settimane, sul totale dei casi, il 60% fa riferimento a ultimi arrivi dall’estero. E in ogni caso, il 90% delle persone (cittadini ghaneani) che hanno avuto bisogno del ricovero, erano non vaccinati, ha spiegato il direttore del servizio sanitario del Ghana, Patrick Kuma-Aboagye.
In Africa, il Ghana è il primo paese ad aver introdotto tale regola e pare che altri paesi stiano considerando di fare lo stesso. Intanto, è in corso una massiccia campagna per convincere tutti i cittadini a recarsi nei punti di vaccinazione. Mentre rimangono chiusi i confini terrestri che, dal primo lockdown dello scorso anno, non sono mai stati riaperti.
Visto il relativamente basso numero di casi nel paese, i ghaneani non mostrano comunque eccessiva preoccupazione per la pandemia e ancora molti di loro non hanno sentito la necessità di vaccinarsi. Nel paese, al momento, meno del 10% della popolazione (8,35%) è vaccinata, ma questo è anche dovuto alla scarsità di vaccini arrivati fino a questo momento. Le dosi somministrate finora sono 3,49 milioni (su poco più di 31 milioni di abitanti) e solo il 2,7% della popolazione ha ricevuto la seconda dose.
Dall’inizio della pandemia in Ghana sono stati registrati 131,246 casi e 1,228 decessi. Si prevede comunque che presto saranno messe in atto altre restrizioni: l’obbligo di vaccinarsi per i dipendenti pubblici, gli studenti e gli insegnanti, e per il personale sanitario. Insomma, una sorta di adeguamento alle norme applicate da tempo in Europa e altri paesi.
Pare dunque che si stia diffondendo la necessità – anche nei paesi africani – di tenere a bada il virus attraverso l’obbligo vaccinale. In Sudafrica, ad esempio, la compagnia telefonica MTN, diffusa in moltissimi paesi del continente, introdurrà l’obbligo per i propri dipendenti a partire da gennaio 2022. Solo in Sudafrica – paese che ha identificato la variante Omicron – si parla di 6mila addetti.
Rimane comunque vivo il disappunto di quei paesi africani che all’indomani della scoperta (anzi diffusione della notizia) della nuova variante del virus, si sono visti chiudere i voli aerei provenienti dall’Europa. Anche se si continua a riferire che Omicron non è partito dall’Africa, ma semmai vi è stato portato dall’esterno.
Il Botswana – paese tra quelli colpiti dal travel ban – a inizio dicembre faceva sapere che quattro diplomatici arrivati dall’Europa erano stati trovati positivi e affetti dalla variante. Ricordiamo che l’ordinanza è stata firmata anche dal nostro ministero della salute.
Ma la discriminazione denunciata dai leader africani e dall’associazione delle linee compagnie aeree del continente (African Airlines Association) continua. E riguarda anche singoli paesi. È il caso della Nigeria che da inizio dicembre non ha più accesso ai visti rilasciati dal Regno Unito. Il paese è entrato così ufficialmente nella red list britannica. Il visto non verrà concesso né per turismo, né per motivi familiari, né per affari o per motivi di salute.