39 a 14. Sono i numeri delle ambasciate russe nel primo caso, ucraìne nel secondo, presenti in Africa. Il confronto vale nell’ottica delle motivazioni di queste presenze diplomatiche nel continente.
Quella della Russia acclarata e con connotazioni storiche che risalgono all’appoggio a molti paesi africani nelle lotte per l’indipendenza e alla natura socialista di alcuni dei nuovi governi dell’epoca; quella dell’Ucraìna che sta lavorando a creare legami e relazioni da un paio d’anni, dal momento in cui, cioè, ha subito l’invasione della Russia.
Tanto è vero che dai primi mesi del conflitto si cominciò a riparlare di “guerra fredda” su territorio africano con vari attori – a cominciare appunto da Russia e Ucraìna – alla ricerca di alleanze e appoggi.
È chiaro che quest’ultima ha avuto meno tempo storico, diciamo così, per intrecciare relazioni autonome con il resto del mondo, Africa compresa, visto che sono nel 1991 riuscì a proclamare la propria indipendenza.
Ma oggi di queste relazioni ha assolutamente bisogno e se non pochi osservano che quello di oggi è solo un interesse strumentale, visto che in 30 anni ha aperto solo una decina di uffici diplomatici nel continente, per chi sta lavorando a intrecciare rapporti più stretti tra Ucraìna e Africa, l’invasione della Russia è stata solo una spinta a darsi da fare.
Diplomazie e commerci
Una delle ultime ambasciate inaugurate è quella di Accra, in Ghana, pochi giorni fa. In realtà, gli uffici avevano aperto a fine dicembre 2023 come risultato della visita in Ghana del ministro degli Esteri ucraìno Dmytro Kuleba, nell’ottobre 2022. Nell’ottica di un avvicinamento al continente africano cominciato subito dopo l’inizio del conflitto.
Il taglio del nastro della sede di Cantonment è stato affidato a Maksym Subh, inviato speciale dell’Ucraìna per Africa e Medio Oriente, accompagnato dal viceministro degli Esteri ghanese Kwaku Ampratwum-Sarpong. L’accento dei discorsi di rito è stato posto sulle relazioni amichevoli tra i due stati, sulla volontà di costruire rapporti bilaterali ancora più stretti e sulla cooperazione nella sfera politica come in quella commerciale.
Del resto, come riporta il sito della Scuola di Economia di Kyiv, l’Ucraìna ha importazioni rilevanti da molti paesi africani. A cominciare dalla Costa d’Avorio e dal Ghana, principali esportatori di fave, pasta e polvere di cacao. Questi due paesi da soli rappresentano circa l’80% delle forniture di prodotti a base di cacao dell’Ucraìna.
Inoltre, l’Ucraìna dipende dal Malawi per l’importazione di tabacco, pari al 25%, mentre Egitto e Sudafrica insieme rappresentano oltre il 20% delle esportazioni di agrumi verso Kiev. Altri prodotti provengono da Zimbabwe, Mozambico, Etiopia e Uganda.
Questo solo per quanto riguarda il commercio agro-alimentare, a cui vanno aggiunte le esportazioni di minerali. A partire dal 2021, 39 dei 54 paesi africani hanno esportato in Ucraìna 168mila tonnellate di prodotti agricoli per un valore di 380 milioni di dollari. Invece, le esportazioni dell’Ucraìna verso il Ghana nel 2021, secondo il database COMTRADE delle Nazioni Unite, sono state di 136,99 milioni di dollari.
Al di là del commercio e degli scambi oggi pesano fortemente gli accordi bilaterali e le alleanze, che oltretutto sono facilitatori degli accordi commerciali tra i paesi. Dopotutto, proprio Maksym Subh, inaugurando l’ambasciata ad Accra l’ha definita «la porta commerciale dell’Africa».
Mentre il viceministro ghanese gli ha fatto eco ricordando il sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraìna, dimostrata tra l’altro con l’adesione alla risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU per condannare l’aggressione della Russia, nel marzo del 2022.
Lo stesso fece la Costa d’Avorio, dove qualche giorno prima che in Ghana è stata inaugurata la nuova sede diplomatica ucraìna. In quell’occasione il delegato era ritornato sugli “effetti collaterali” del conflitto. «Questa guerra – ha detto Subkh – può sembrare molto lontana. Ma il catastrofico aumento dei prezzi alimentari ha già avuto un impatto sulla vita di milioni di famiglie africane».
Sede aperta anche a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo e in Mozambico. Insomma, quattro nuove ambasciate ucraìne in Africa inaugurate nel giro di una settimana circa. I nomi degli ambasciatori? Non si conoscono. Per ora pare che le sedi siano tenute da “chargé d’affaires“.
Comunque, l’intenzione – annunciata a suo tempo dal presidente Volodymyr Zelensky – è quella di continuare a gettare le basi di più strette relazioni con questo continente che risulta sempre più strategico non solo dal punto di vista commerciale ma da quello geopolitico. E l’intento, ovviamente, è contrastare l’influenza di Mosca.
Annunciata già l’apertura di altre sedi diplomatiche in Rwanda e Botswana che porterebbero a 16 il numero delle sedi diplomatiche ucraìne in territorio africano.
Intanto, a gennaio dello scorso anno Russia e Ghana hanno celebrato il 65° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due paesi che, tra gli alti e bassi della storia, non hanno mai smesso il loro legame.