Un’inchiesta che mette insieme Washington Post, Le Monde, Irpi Media ed El Pais, e che racconta come decine di migliaia di persone migranti vengano fermate in aree urbane del Maghreb, deportate e abbandonate nel deserto, tutto con l’utilizzo di fondi europei.
L’Europa, consapevolmente, sostiene e finanza operazioni volte a impedire a queste persone di raggiungere le coste tunisine, marocchine e mauritane per imbarcarsi alla volta del continente.
L’inchiesta Desert Dumps (Discariche del deserto), realizzata da Lighthouse Report, si concentra su Tunisia, Marocco e Mauritania, tre paesi africani con cui l’Europa ha accordi che prevedono lauti finanziamenti per “gestire l’immigrazione”.
Sussidi, che ammontano a centinaia di milioni di euro ogni anno, che dovrebbero essere spesi nel rispetto dei diritti umani cui la democrazia europea dovrebbe ispirarsi e che invece, come dimostrano video e interviste, vengono utilizzati per pratiche di violazione di quei diritti, in maniera sistematica, da anni. Soprattutto a danno delle persone nere.
Queste operazioni anti-migranti, già riportate in vari report e conosciute dalle istituzioni europee, vengono sostenute grazie a fondi, veicoli, attrezzature e intelligence forniti dall’Europa.
Sono 13 gli episodi documentati in Tunisia, da luglio 2023 a maggio 2024, in cui persone migranti vengono trasportate in massa ai confini libici e algerini, abbandonate nel deserto o consegnate alle guardie libiche che le deportano nei lager.
Un gruppo di giornalisti, che ha scritto l’inchiesta, ha seguito per tre giorni i paramilitari delle forze marocchine, filmando il rastrellamento di migranti provenienti dall’Africa subsahariana e mostrando come vengano caricati su bus non contrassegnati per poi essere abbandonati in aree al confine del paese.
Il report giornalistico in Mauritania si concentra su un centro di detenzione a Nouakchott, la capitale. Qui a entrare sono gli agenti di polizia spagnoli, per poi uscire in un bus bianco con migranti deportati al confine con il Mali e lì abbandonati.