Dalla diaspora l'appello per un’Algeria libera e democratica
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Un documento firmato da oltre 100 algerini all’estero chiede un cambio radicale dell’attuale sistema politico
Dalla diaspora l’appello per un’Algeria libera e democratica
Sostenitori e sostenitrici dell’Hirak invitano ad opporsi alla "mascherata elettorale" del 7 settembre, richiamando l’attenzione sullo spirito che ha animato le "lotte di liberazione" del movimento popolare nel 2019
14 Agosto 2024
Articolo di Nadia Addezio
Tempo di lettura 2 minuti
Manifestazioni del movimento popolare Hirak nella città cabila di Bejaia il 9 giugno 2019 (Credit: Akechii/Wikimedia Commons/CC BY-SA 4.0 International Deed)

“Di fronte a questa scadenza elettorale annunciata in un contesto di grave deriva autoritaria, noi, cittadine e cittadini algerini della diaspora, fedeli ai princìpi fondamentali dell’Hirak, abbiamo deciso di prendere ancora una volta la parola”.

In vista delle presidenziali del 7 settembre che si terranno in Algeria, più di 100 algerine e algerini della diaspora hanno redatto e firmato un appello per opporsi a quella che a loro avviso sarà “una mascherata elettorale”.

Ordinate per punti, le loro istanze sono: “Il cambiamento richiesto dal popolo, lavorando per una transizione democratica […]; La fine della repressione e della strategia del terrore attraverso l’abrogazione di tutte le leggi repressive, come l’articolo 87 bis e le ultime disposizioni del Codice penale […]; Rispetto delle libertà fondamentali individuali e collettive nonché dei testi internazionali ratificati dall’Algeria […]; Il diritto di esercitare una cittadinanza effettiva per partecipare alla gestione degli affari del paese e affrontare al meglio le sfide politiche, socioeconomiche e culturali, nonché i rischi geostrategici”.

Le firmatarie e i firmatari risiedono oggi in Canada, Francia, Regno Unito, Tunisia, Svizzera, Stati Uniti. Tra i sottoscrittori, risaltano gli attivisti Zaki Hannache (oggi residente in Canada) e Said Salhi, volti noti a Nigrizia, la militante femminista e antirazzista Sanhadja Akrouf, nonché ricercatrici e ricercatori, accademiche e accademici, ingegneri, medici che hanno costruito le proprie carriere all’estero, pur mantenendo un forte legame col paese di origine.

“Attraverso questo appello rifiutiamo la scelta che questo sistema politico ci impone: schiavitù, silenzio, prigione o esilio. L’Algeria è il nostro paese, nel quale vogliamo vivere liberamente, esprimerci senza paura, lavorare con dignità, creare senza vincoli, viaggiare senza apprensione e dimostrare pubblicamente le nostre opinioni e posizioni, oltre che il nostro sostegno ai popoli oppressi, compreso il popolo palestinese che sta subendo un genocidio”.

Sostenitori e sostenitrici dell’Hirak, con questo appello intendono richiamare l’attenzione sul bisogno di “riportare il paese sulla sua traiettoria storica, avviata dalle lotte di liberazione nazionale” e sulla volontà fondamentale emersa con il movimento del 2019: vivere in “un’Algeria libera e democratica”.

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