Si intitola Inter-rotte Storie di donne e famiglie al confine di Ventimiglia, il report dell’organizzazione umanitaria WeWorld che da oltre 50 anni si occupa di progetti di cooperazione allo sviluppo.
Un rapporto che raccoglie le testimonianze delle persone che transitano a Ventimiglia, città dove l’organizzazione dal 2016 ha un presidio insieme a Caritas Intemelia e Diaconia Valdese e dove ha avviato un progetto di assistenza a famiglie, donne e minori stranieri non accompagnati.
Il report, pubblicato in occasione della prossima Giornata contro la tratta di esseri umani (30 luglio), è un focus sulla presenza femminile in quella città ligure, Ventimiglia, che è diventata un punto di passaggio cruciale per uscire dall’Italia e andare verso altri paesi europei.
In questa città sul mare confluiscono infatti le due rotte migratorie principali che attraversano il nostro paese: quella che arriva dai Balcani e quella che attraversa il Mediterraneo.
Da anni proprio qui a Ventimiglia rimangono bloccate migliaia di persone migranti, respinte dalla gendarmerie francese. Tant’è vero che la città è stata rinominata “imbuto d’Europa”.
Inter-rotte, attraverso una raccolta di testimonianze, narra le storie delle donne incontrate.
Storie femminili perché le donne, nel tempo, sono diventate una presenza non solo costante ma numerosa.
Quelle in arrivo dalla Costa d’Avorio sono infatti aumentate del 100% (da 600 in un anno a 1.200 presenze), quelle provenienti dalla Guinea di oltre il 60%.
Quasi tutte le intervistate sono francofone.
«Le donne sole rischiano più di altri di cadere vittime delle reti criminali presenti sul territorio», racconta Jacopo Colomba, responsabile del progetto di WeWorld a Ventimiglia.
«Dopo il blocco causato dalla pandemia, i movimenti sono lentamente ripresi: il 2022 ha registrato 33mila respingimenti in frontiera e, molto probabilmente, alla fine del 2023 questa soglia sarà superata».
«Negli ultimi sei mesi – avverte – le donne sole sono aumentate in modo considerevole e non possiamo far finta di nulla: servono più risorse dedicate affinché queste donne non diventino vittime di tratta».