Dopo quasi 16 anni di isolamento, l’Eritrea rientra nel blocco regionale dell’IGAD (Inter Governmental Authority on Development, di cui fanno parte Gibuti, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Uganda).
Il 12 giugno scorso, al termine di un vertice dell’organizzazione svoltosi a Gibuti, il ministro delle informazioni eritreo Yemane Gebremeskel ha dichiarato che «l’Eritrea ha ripreso la sua attività e presenza nell’IGAD».
E ha aggiunto che il suo paese è pronto a lavorare per «pace, stabilità e integrazione regionale».
L’Eritrea si era ritirata dall’IGAD nel 2007 in seguito a una serie di disaccordi, tra cui la decisione dei paesi del blocco di proporre il Kenya come supervisore nella risoluzione di una disputa di confine tra Etiopia ed Eritrea.
L’Eritrea si era separata dall’Etiopia nel 1993 e aveva combattuto per due anni una guerra di confine con il paese limitrofo, che aveva avvelenato le relazioni tra le due nazioni fino a un accordo di pace firmato nel luglio 2018.
Dopo il riavvicinamento tra Abiy Ahmed (Addis Abeba) e Isayas Afwerki (Asmara), l’esercito eritreo si era schierato a fianco di Addis Abeba nel conflitto tra il TPLF (Fronte di liberazione del popolo tigrino, partito egemone nello Stato-regione del Tigray) e il governo federale, scoppiato nel novembre 2020 e concluso con un accordo di pace firmato a Pretoria, in Sudafrica, e confermato a Nairobi, in Kenya, nel novembre 2022.
L’accordo prevedeva tra l’altro il ritiro di tutte le forze straniere, ma le truppe eritree, secondo gli abitanti di quel territorio, sono tuttora presenti nelle aree confinanti del Tigray, e hanno accusato i militari eritrei di omicidio, stupro e saccheggio.
L’annuncio del 12 giugno arriva dopo che il presidente eritreo Isaias Afwerki aveva dichiarato ai giornalisti, durante una rara visita in Kenya a febbraio, che il suo paese sarebbe rientrato nell’IGAD nell’intento di «riprogettare» questa organizzazione regionale.
Isaias, 77 anni, non ha partecipato al vertice di Gibuti, inviando invece il ministro degli esteri Osman Saleh e il consigliere presidenziale Yemane Ghebreab.
Workineh Gebeyehu, segretario esecutivo dell’IGAD, ha espresso soddisfazione per il ritorno dei Asmara nel blocco.
Soprannominata “Corea del Nord” dell’Africa, l’Eritrea era stata tra l’altro sanzionata dagli Stati Uniti nel 2021, dopo la decisione di inviare truppe in Tigray.
Nella conferenza stampa di febbraio in Kenya, Isaias aveva respinto le accuse di gravi violazioni dei diritti da parte delle truppe eritree in Tigray come «accuse fantasiose».
Poco prima Human Rights Watch aveva chiesto nuove sanzioni contro l’Eritrea, accusando, tra l’altro, il governo di rastrellare migliaia di persone, compresi molti minori, per il servizio militare forzato, durante la guerra in Tigray.
Accusa dettagliate anche in un rapporto presentato il 6 marzo al Consiglio dei diritti umani dell’Onu.
Il paese, peraltro, si trova, con altri, al fondo delle classifiche globali per la libertà di stampa, del rispetto dei diritti umani, delle libertà civili e per il grado di sviluppo economico.