L’Eritrea non prenderà parte alle qualificazioni ai Mondiali 2026. La notizia, che circolava già da settimane, è stata confermata da un comunicato congiunto pubblicato da FIFA e CAF il 10 novembre.
Il ritiro, come detto, era nell’aria ma le tempistiche hanno spiazzato i rivali. Nella conferenza stampa del giorno prima, infatti, l’allenatore del Marocco Walid Regragui aveva dichiarato che la sua Federcalcio non aveva ancora ricevuto alcuna comunicazione in merito, né da parte dell’Eritrea né da quella delle istituzioni calcistiche sopra menzionate, e che il Marocco si sarebbe preparato come se avesse dovuto affrontare la gara in programma il 16 novembre.
Ciò che è curioso è il fatto che la FIFA aveva già segnalato nel calendario presente sul proprio sito web che entrambe le partite dell’Eritrea erano state cancellate.
Questa è la quarta volta che l’Eritrea si ritira dalle qualificazioni. In altre circostanze e competizioni, invece, ha dovuto rinunciare a giocare o ha giocato a ranghi ridotti perché alcuni dei suoi calciatori sono fuggiti per chiedere asilo politico.
Precedenti
Ciò è accaduto principalmente durante diverse edizioni della Coppa Cecafa, un torneo dedicato esclusivamente alle nazionali dell’Africa orientale. Dal 2009 si stima che più di 60 calciatori eritrei abbiano sfruttato i viaggi internazionali della propria nazionale per sfuggire al regime oppressivo del presidente Isaias Afwerki.
A dicembre 2012, l’intera squadra nazionale è scomparsa dopo aver giocato un torneo internazionale in Uganda e nell’ottobre 2015 dieci giocatori della stessa nazionale avevano chiesto asilo al Botswana durante le gare di qualificazione alla Coppa del Mondo.
A ottobre 2019 quattro calciatori – Hanibal Tekle, Mewael Yosief, Simon Asmelash e Hermon Yohannes – sono scappati dopo la vittoria per 5-0 dell’Eritrea sullo Zanzibar nei quarti di finale della Coppa Cecafa U20, sempre in Uganda.
A dicembre 2019 altri sette – Abel Okbay Kilo, Eyoba Girmay, Yosief Mebrahtu, Filmon Serere, Robel Kidane, Abraham e Ismail Jahar – sono scomparsi dopo aver aiutato l’Eritrea a raggiungere la finale della Coppa Cecafa per la prima volta.
L’ultimo caso, risalente al novembre 2021, riguarda cinque calciatrici di età compresa tra i 16 e i 19 anni: Luwam Solomon, Yordanos Abraham, Shamat Futsum, Rahel Michael e Trhas Habate che hanno fatto perdere le proprie tracce qualche ora prima della partita contro l’Uganda valida per il Campionato Cecafa U20.
La scelta di Asmara
La Federcalcio eritrea non ha dato alcuna spiegazione circa il suo ritiro. Secondo alcune persone informate sui fatti, la federazione potrebbe giustificare la decisione adducendo ragioni legate al budget, anche se la Federcalcio marocchina si era offerta di pagare viaggio e alloggio all’Eritrea.
Radio Erena, una stazione radio eritrea con sede in Francia, ed Eritrean Football, un blog sul calcio eritreo, hanno riferito che il motivo principale sarebbe quello di evitare che altri calciatori approfittino delle trasferte all’estero della nazionale per fuggire e chiedere asilo politico.
«Il problema per il governo eritreo è che, non avendo alcuno stadio omologato, devono giocare dieci partite all’estero. Non è una singola sfida di andata e ritorno come quelle dei turni preliminari e sarebbe un compito troppo complicato da gestire per loro», ha detto Daniel Solomon, il fondatore di Eritrean Football.
Come si è visto, il ritiro dell’Eritrea dalle fasi di qualificazione alla Coppa del Mondo o alla Coppa d’Africa non è una novità e rappresenta un duro colpo per i calciatori e per lo sviluppo del calcio locale.
Così facendo, infatti, l’Eritrea non potrà essere riammessa nel ranking FIFA perché non ha giocato almeno una partita ufficiale negli ultimi due anni o almeno cinque partite contro squadre presenti nel ranking.
L’ultima partita dell’Eritrea, che avrebbe dovuto affrontare Marocco, Zambia, Repubblica del Congo, Tanzania e Niger nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo, risale all’amichevole contro il Sudan del gennaio 2020. L’ultima gara competitiva, invece, l’ha disputata nel settembre 2019 contro la Namibia per il turno preliminare di qualificazione ai Mondiali 2022.
La frustrazione dei giocatori
Una fonte vicina alla nazionale ha rivelato che il ritiro è stato mal digerito dai calciatori. Coloro che vivono e giocano in Eritrea si stavano allenando da tre mesi quando, a fine ottobre, è stato detto loro che potevano tornare a casa perché non avrebbero partecipato alle qualificazioni.
Alcuni membri della Federcalcio eritrea, freschi di nomina e volenterosi di far progredire il calcio eritreo, avrebbero tentato di convincere il ministero dello sport e della cultura a dare loro il via libera, ma il tentativo non ha avuto successo. Zemede Tekle, il commissario eritreo per lo sport e la cultura ed ex ambasciatore eritreo in Italia, ha rifiutato.
«Tutto ciò è straziante. Stanno uccidendo il calcio eritreo», ha detto la fonte vicina alla squadra. «E non è facile per i calciatori chiedere spiegazioni. Potrebbero mandarti in prigione se protesti. Ciò che puoi fare, ogni volta, è semplicemente aspettare e accettare cosa verrà deciso».