Si è concluso il 26 ottobre ad Apia, capitale delle isole Samoa, il 27° incontro biennale dei capi di governo dei 56 paesi membri del Commonwealth (Chogm). Il precedente Chogm si era tenuto nel 2022 in Rwanda.
La comunità intergovernativa britannica ha nominato Shirley Ayorkor Botchwey, ministra degli Esteri ghanese dal 2017, nuova segretaria generale dell’organizzazione.
La Botchwey è una decisa sostenitrice del dovere di riparazione relativa alla tratta schiavistica e al colonialismo.
Alcuni leader dei paesi del Commonwealth, tra cui il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa, hanno preferito partecipare al vertice dei paesi BRICS in Russia invece che al vertice del Commonwealth.
Per la prima volta il vertice si è svolto in una delle Piccole isole dello stato emergente del Pacifico (Psidis). Al vertice è intervenuto anche il re Carlo III del Regno Unito.
In merito alla richiesta di riparazione per la tratta degli schiavi il sovrano ha detto che mentre «nessuno di noi può cambiare il passato», si deve imparare da quanto successo per «correggere le disuguaglianze che perdurano».
Ma non si è compromesso nel riconoscere legittimità alla richiesta di risarcimenti da parte di vari paesi colpiti dalla schiavitù. Al riguardo, anche il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che le riparazioni non rientravano nell’ordine del giorno.
Va ricordato che in aprile 2023, l’ex primo ministro conservatore Rishi Sunak aveva addirittura rifiutato di scusarsi per il ruolo del Regno Unito nella tratta degli schiavi o di pagare risarcimenti.
Si è stimato che per oltre 300 anni, dal XV al XIX secolo, almeno 12,5 milioni di africani furono rapiti e costretti a imbarcarsi su navi americane ed europee, trafficati attraverso l’Atlantico e venduti come schiavi nelle Americhe.
In particolare, il coinvolgimento del Regno Unito nella tratta degli schiavi iniziò nel 1562 e, intorno al 1730, il Regno Unito era la più grande nazione di commercio di schiavi al mondo, secondo quanto pubblicato sul sito web del parlamento britannico.
La BBC aveva riferito, prima del vertice, che i leader africani e i funzionari del Caricom (un blocco di 21 paesi caraibici), proponevano che fosse introdotta una sezione specifica nel comunicato finale sulla giustizia riparatrice.
In effetti, durante il vertice, Caricom ha proposto un piano concreto di riparazione in 10 punti, tra cui scuse formali, cancellazione del debito, trasferimento di tecnologia, assistenza per la risoluzione della crisi sanitaria pubblica e sradicamento dell’analfabetismo.
Ma i funzionari britannici sono riusciti a rimuovere questa “sezione separata dal comunicato”, che in conclusione include invece un riferimento molto più breve e generico a possibili discussioni future sulla giustizia riparativa.
Le discussioni si sono concentrate invece sugli effetti deleteri del cambiamento climatico e sugli investimenti necessari ad affrontare i danni da esso provocati.
Le donne dei paesi del Commonwealth hanno inoltre discusso sull’importanza di promuovere una maggiore equità di genere.
Il vertice si è concluso, come da tradizione, con una dichiarazione ufficiale centrata sull’oceano del Commonwealth per proteggere i paesi a rischio e i corpi idrici.