Il governo di Addis Abeba e la Commissione per la gestione nazionale dei rischi e calamità (Ndrmc) hanno annunciato sabato scorso che è giunto in Tigray il primo convoglio di aiuti umanitari (cibo e medicinali) dopo la firma dell’accordo di cessazione permanente delle ostilità in Sudafrica il 2 novembre scorso, poi definito nel dettaglio una settimana dopo a Nairobi (Kenya).
Gli aiuti sono stati inviati attraverso quattro corridoi stradali e per via aerea. Si è trattato soprattutto di aiuti alimentari, circa 90mila quintali di frumento e altro cibo calorico da distribuire a oltre 450mila persone. Gli accordi di cessate il fuoco impegnavano le parti in conflitto a garantire l’accesso di assistenza umanitaria sia in Tigray sia nelle regioni limitrofe coinvolte durante la guerra, difendendo i civili e facilitando l’accesso e il movimento libero degli operatori umanitari nelle regioni interessate.
D’altro canto, Mesfin Tasew, amministratore delegato dell’Ethiopian Airlines, ha annunciato che è iniziata la procedura per ristabilire voli regolari verso il Tigray, il che contribuirebbe notevolmente a facilitare il trasporto di aiuti umanitari. Gli aeroporti di Makallè e di Shire sono già in condizioni sufficienti a permettere l’arrivo di velivoli, mentre l’aeroporto di Axum, adibito soprattutto a operazioni di turismo, è rimasto danneggiato e in necessità di riparazione.
Nonostante questo nella regione, tuttora in gran parte totalmente isolata, vengono denunciati da parte di testimoni oculari e operatori umanitari saccheggi e ruberie nonché detenzioni illegali di persone da parte delle forze eritree e delle milizie amhara alleate di Addis Abeba nel conflitto.