«Con grande soddisfazione annuncio il completamento con successo del quarto e ultimo riempimento della diga della rinascita».
Con queste parole il primo ministro etiopico Abiy Ahmed ha espresso il suo compiacimento per la conclusione del processo di riempimento, avviato nel 2020 e conclusi domenica 11 settembre, del grande invaso della “diga del millennio” (Gerd) costruita sul Nilo Azzurro.
Il Nilo Azzurro ha una portata di oltre l’80% dell’acqua del Nilo, dalla quale l’Egitto dipende per l’irrigazione e l’acqua potabile.
Costata 4,2 miliardi di dollari, secondo i calcoli del governo la diga raddoppierà la produzione di elettricità del paese, fornendo un impulso vitale allo sviluppo, visto che attualmente metà dei 125 milioni di abitanti sono privi di elettricità.
La diga del millennio, che si trova a 40 km dal confine con il Sudan, ha iniziato a generare elettricità dal febbraio 2022 e quando sarà a pieno ritmo avrà una capacità di produrre 6.000 megawatt.
Egitto e Sudan, dal canto loro, da tempo accusano l’Etiopia di agire unilateralmente, non avendo tenuto fede a un accordo di principio raggiunto nel 2015 sia in merito al periodo di riempimento sia riguardo al funzionamento della diga.
Nonostante la recente intesa al Cairo tra il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e Abiy Ahmed, di finalizzare entro quattro mesi un accordo di soluzione del contenzioso, all’annuncio di Abiy Ahmed il ministero degli esteri egiziano ha espresso il proprio disappunto affermando che il riempimento “unilaterale” del bacino da parte dell’Etiopia è illegale. Perché non riconosce gli interessi e i diritti alla sicurezza idrica dei paesi a valle, come garantito invece dai principi del diritto internazionale.